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L’ex portiere della Juventus Mattia Perin, oggi al Genoa, ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “Genoa? Un grande orgoglio. Con Criscito sono entrato nella storia del club, superando nomi storici come Torrente e Ruotolo. Anche se poi, alla fine, il bene del Genoa è più importante”.
Un merito del Balla IV è stato blindare la difesa.
“Subiamo poco come gioco: questo fa la differenza. Ma il valore aggiunto è l’atteggiamento: se non avessimo cambiato rotta sarebbe stata un’altra annata difficile. Ora chiudiamo in fretta la questione-salvezza”.
Com’è per un passionale come lei giocare senza pubblico?
“Io vivo di energia. Cerco le emozioni, mi ricaricano, e un campionato senza gente sugli spalti… Posso dirlo? Fa schifo, ma è pure inevitabile visti i problemi causati dalla pandemia. Spero di ritrovare presto gli stadi pieni e che tutti torneremo a una vita normale”.
Il suo nome è tornato d’attualità in chiave mercato. Il suo cartellino è della Juventus.
“Qualunque apprezzamento fa piacere quando lavori con impegno. Ho 28 anni, ma già dieci stagioni di A alle spalle. Sono morto e risorto un po’ di volte, questa sarebbe l’ennesima. Cerco di alzare sempre l’asticella, sono ambizioso. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma prenderò quello che mi darà la vita, sapendo di ricevere quello che mi sarò meritato”.
Un Perin più riflessivo.
“Rimango estroverso, mi accendo al contatto con la gente. L’età porta esperienza: ho commesso molti sbagli nella vita, come uomo e calciatore. Però certi errori fanno crescere. Un aiuto importante è giunto da mia moglie e dai bambini. Mi dico sempre che la vita del Mattia atleta prima o poi finirà, quella di Mattia uomo rimane”.
È cambiato il suo ruolo negli ultimi anni?
“Si è evoluto, come tutto il mondo del calcio. Ora al portiere si chiede maggiore padronanza con i piedi, la capacità di stare molto alto nella difesa e di possedere più letture di gioco”.
La Serie A è la massima espressione del calcio?
“Sì, insieme a Premier e Liga. Però qui da noi abbiamo la miglior scuola di preparatori per i numeri uno”.
Un modello nel suo ruolo?
“Buffon. Da bambino sognavo di potermi allenare con lui. È successo davvero, in Nazionale e alla Juve. Fantastico”. E parlando di mercato, la Juve punta alcuni profili giovani, ma già fortissimi, tutti i gioielli nel mirino della Vecchia Signora<<<