Sousa: "La Juve soffre squadre come il Benfica, ma può rinascere sempre"

Sousa: “La Juve soffre squadre come il Benfica, ma può rinascere sempre”

Paulo Sousa
L'allenatore, cresciuto nel vivaio del Benfica ed ex bianconero, ha parla della gara di Champions League di domani sera, ai microfoni di TMW

Domani sera alle 21 la Juventus affronterà il Benfica al Da Luz nella quinta gara della fase a gironi di Champions League. A proposito di questa sfida si è espresso il doppio ex Paulo Sousa, intervistato da TMW.
Sul Benfica: Schmidt ha portato un gioco molto veloce, una maturità di gioco che gli sta permettendo di vincere, con calcio audace e coraggioso, con e senza pallone. In fase di non possesso alternano un blocco medio-alto, sono intensi sul portatore di palla e hanno tanto filtro. Quando oltrepassano le due linee, allora la Juventus può far loro male alle spalle: hanno terzini veloci, Otamendi ha capacità ma pressano sempre, vanno sempre avanti.

Sui bianconeri: La Juventus è stato un grande momento d’emozione, i ricordi sono belli. A livello emotivo, entrambe le società hanno voglia e bisogno di andare avanti. Sono club che investono e vogliono stare ai massimi livelli. Ogni errore può compromettere le stagioni successive. Il Benfica ha una maturità di squadra che le permette di essere intensa e continua anche se concede gol come a Torino. Ha le sue convinzioni, è intensa e verticale ma Schmidt ha dato questa impronta e identità. La Juve fatica contro questo tipo di squadre, ma la maturità dei giocatori della Juve, la cultura della vittoria e la maturità anche di Allegri sono importanti. Allegri poi cambia modulo e strategia anche durante la gara, sa usare giocatori in diverse posizioni. Ha maturità e controllo emozionale dei momenti difficili per rinascere sempre.
La partita:Vedo sempre una Juventus speculativa, senza palla, a volte anche passiva ma con grande capacità di transizione in entrambe le fasi. A livello individuale possono fare la differenza, in questa gara mancherà molto Di Maria, che dava tanto, nel saltare l’uomo, verticalizzare e allargare sugli esterni. Kostic è diventato importante, Cuadrado ha cambi di velocità, cross e uno contro uno. Chi sta rinascendo come importanza è Rabiot. Allegri gli dà fiducia, nel portar palla e poi nelle palle inattive fa la differenza. L’attualità dice che il francese sta facendo la differenza, ha sostanza nel suo gioco, ma sta arrivando ai suoi alti livelli anche Kostic coi suoi cross. Gli esterni sono fondamentali, lui e Cuadrado, poi le due punte, il lavoro che fanno, in entrambe le fasi di gioco, è importante per attaccare la profondità nella ripartenza.

Gli assenti: Chiesa e Pogba sono giocatori importanti nella rosa, ma la rosa è di spessore come numeri e qualità. Allegri troverà formule per fare anche senza. Cosa è mancato alla Juve? Io vedo il calcio in una forma diversa da Allegri.
La ripresa della Juve: Quando le aspettative sono superiori all’attualità, non sei mai guarito. Ci deve essere attenzione al dettaglio per arrivare alla guarigione, non si guarisce in due colpi. Sia Benfica che Juventus hanno bisogno di andare avanti anche come equilibrio. Sarà una gara di grandi emozioni. Ci credono, senza dubbio. Per chi arriva in questi club, non è questione di crederci. È questione di farcela. È il timbro della Juventus, i giocatori presi hanno queste caratteristiche anche emozionali.

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