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L’ex giocatore della Nazionale Italiana Marco Parolo ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, in vista della partita dell’Italia contro la Macedonia del Nord.
L’Italia attuale è più attrezzata rispetto alla sua?
“Sì ma soprattutto è molto più unita. Che sia forte lo dicono i numeri, ha anche vinto un trofeo e ha dimostrato molto di più. Noi non eravamo un vero gruppo, non c’erano sempre gli stessi. Fu colpa di tutti, dai giocatori allo staff tecnico”.
Oggi quante possibilità ci sono di qualificarci?
“Direi il 50%. Contro la Macedonia dovremmo vincere quasi sicuramente, per quanto il calcio possa rivelarsi imprevedibile. Le difficoltà reali saranno al turno successivo, dove saremo anche in trasferta”.
A tutti spaventa di più il Portogallo, rispetto alla Turchia.
“Può darsi, ma giocare in casa della Turchia sarebbe durissima. Hanno una delle tifoserie più calde al mondo e sanno trarre energia da una situazione del genere, cosa che invece non si verificherebbe allo stesso modo in Portogallo”.
Crede che manchi qualcosa alla Nazionale?
“Abbiamo pagato maggiormente gli episodi che i problemi di gioco. Se avessimo segnato i rigori decisivi non staremmo parlando di nulla. Poi adesso gli avversari ci studiano molto di più rispetto a prima, mentre agli Europei eravamo una sorpresa. La bravura dell’Italia dovrà essere quella di provare qualcosa di nuovo”.
Le prestazioni di Immobile sono state molte criticate. Che idea si è fatto?
“Non è giusto questo tipo di trattamento. Ciro ha bisogno di fiducia attorno a sé, ha fatto vedere alla Lazio di avere un rendimento impressionante se non viene messo in discussione. Magari non avrà gli stessi numeri, ma in campo fa sempre tanto lavoro prezioso. Dipende da come si guardano le partite, se da tifosi o da conoscitori”.
Non qualificarsi ridimensionerebbe il lavoro svolto dal commissario tecnico finora?
“Se non interpretiamo bene le partite allora avrà sbagliato nel momento decisivo. Se invece dovessimo giocare come nelle qualificazioni, dove soltanto un rigore fa la differenza, sarebbe un’altra cosa. Contro la Svezia non siamo passati per un gol preso su un tiro deviato e il palo di Darmian, al ritorno facemmo 27 tiri e oltre il 70% di possesso. Quando si è più forti chiaramente si pretende il passaggio del turno, ma non bisogna fermarsi al singolo evento. Il fallimento sarebbe uscire con la Macedonia, ma Italia-Portogallo potrebbe essere tranquillamente una semifinale mondiale”.
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