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Intervistato dai microfoni del quotidiano argentino Olè, Leandro Paredes, centrocampista in forza al Psg, ha svelato un retroscena di mercato riguardante un suo possibile passaggio alla Juventus:
“Quando la Juventus venne per comprarmi nel 2011, il direttore sportivo voleva che giocassi come regista, che fossi il sostituto di Pirlo quando se ne sarebbe andato. Gli ho detto che era pazzio e mio padre mi diceva: “Giocherai da regista”. Alla fine non andai a Torino e rimasi al Boca Juniors. Pensai che non avrei mai giocato come regista, ma mi sbagliavo. Poi dopo un po’ firmai in Italia per la Roma, che mi propose un altro ruolo, ma alla fine ho capito che le mie qualità sono da regista. Non sono rammaricato di quel rifiuto alla Juve, in quel momento non mi andava di giocare in quel ruolo”.
A proposito di Juve, Weston McKennie ha così parlato per pubblicizzare i playoff di Mls: “Ovviamente essere alla Juventus significa essere nel club più grande d’Italia in questo momento, quindi ogni volta che vado in città, cosa che non faccio spesso, vengo fermato probabilmente ogni 10 metri. È una delle cose che mi piace fare uscire. Amo stare fuori perché mi piace interagire con le persone ma mi piace anche godermi la mia privacy. Anche quando indosso una ‘maschera’ e una felpa con cappuccio, la gente ancora mi riconosce. In Italia, le persone ti seguono per tipo 200 metri, entrano nei negozi in cui stai entrando tu, ti mettono all’angolo e ti scattano foto, cosa che sento parte della professione, ma è anche una delle cose che a volte infastidisce quando voglio stare da solo, godermi una passeggiata o portare fuori i miei cani. Anche i miei cani in Italia sono riconoscibili ora, quindi è un po’ difficile uscire. La prima volta che ho visto Ronaldo stavo entrando nella stanza del fisioterapista per andare dal mio medico e l’ho visto uscire in mutande. Ho pensato, ‘OMG, è davvero lui!’. Ho fatto tutto il possibile per comportarmi normalmente e non passare per un fan totale, perché sarebbe stato il mio compagno di squadra”.