Paparesta: "Espulsione Conceicao? Non si ragiona da tifosi"

Paparesta: “Espulsione Conceicao? Non si ragiona da tifosi”

Paparesta
Paparesta è ritornato sugli episodi da moviola dell'ultimo match della Juve, rispondendo ad alcune esternazioni di altri ex direttori di gara

Intervistato per Radio Sportiva, Gianluca Paparesta ha parlato degli episodi da moviola del match di Serie A tra Juventus e Cagliari. Ecco le sue parole: “Bisogna ragionare con elementi oggettivi, non da tifosi o calciatori. Se l’arbitro è vicino all’azione, valuta che quel tocco non necessita di un calcio di rigore, ha senso fidarsi di chi è più vicino all’evento. È vero che il giocatore appoggia la mano, ma solo l’arbitro, essendo vicinissimo, può valutare l’intensità del contatto e decidere che non sia sufficiente per un rigore.

Se il calciatore cerca di aggirare le regole e simula un fallo, è corretto che venga sanzionato con una ammonizione. Non capisco come faccia Gervasoni a dire che, siccome c’è stato il contatto, allora basta appoggiare una mano per giustificare il rigore. Solo l’arbitro in campo può percepire se il contatto è abbastanza forte da giustificare un intervento, o se è semplicemente un appoggio per evitare di cadere”.

Paparesta: “Non capisco le critiche di Gervasoni”

GERVASONI
L’ex arbitro Andrea Gervasoni

L’ex direttore di gara ha proseguito: “L’intensità del contatto deve essere giudicata dall’arbitro. Un calciatore sa benissimo quando un contatto è sufficiente per farlo cadere o se sta cercando di ingannare l’arbitro. In questo caso, l’arbitro ha capito che quel contatto di mano non ha influito sulla caduta e ha deciso che il giocatore stava cercando di simulare un fallo. Non capisco perché Gervasoni abbia criticato così duramente questa decisione. E poi, sinceramente, non capisco nemmeno tutte queste discussioni sul fallo di mano: se il giocatore non sta nemmeno guardando la palla e questa gli cade sulla mano, cosa dovrebbe fare?”.