Oggi si è svolta la tavola rotonda sul tema delle seconde squadre, organizzata da Juventus e Lega Pro, per il Next Gen Day. Sono intervenuti Gabriele Gravina, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro, Lorenzo Casini, Presidente della Lega Serie A, Umberto Calcagno, Presidente dell’AIC e Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Le parole di Ghirelli: “Ringrazio tutta la dirigenza della Juventus. Le immagini che abbiamo visto ci raccontano una difficoltà iniziale pesante, una difficoltà che ha sempre questo Paese nelle innovazioni. Abbiamo voluto fare questa riflessione in un momento particolare, era giusto partire dalla seconde squadre per ragionare sul nostro settore giovanile. Bisogna guardare alle altre esperienze, come quella francese. Lì c’è un rapporto molto forte con le società, una cultura multietnica fortissima che ha permesso poi alla Francia di raccogliere successi”.
Da dove partire: “Da oggi, che è l’occasione di fare un passo in avanti. Con Gravina, il 18 aprile, venivamo dalla visita al Papa e ponemmo la questione sul fatto che l’esperienza non partisse monca e che ci fosse bisogno di regole per ampliare il progetto. Ci sono difficoltà: prestiti e valorizzazioni. La FIFA ha indicato delle riduzioni per fortuna. Questo sposta problemi sul percorso di valorizzazione. Alcune società non entrano allo stadio. Dopodiché possiamo ragionare liberamente sui problemi che abbiamo di fronte. Se penso ad esempio ad un’altra esperienza, che riguarda la Primavera, torniamo al Novara che retrocede dalla Serie B alla Serie C. Nel frattempo, nello stesso anno, il Novara vince il Primavera B e sale in Primavera, ma quell’esperienza viene distrutta.
Ci sono voluti 4 anni per mettere Primavera 1, Primavera 2, Primavera 3, favorendo un processo. Questo consente di vedere meglio i giovani, ma anche lì abbiamo dovuto discutere per anni. La seconda squadra si muove all’interno di un processo che favorisce la crescita, per cui abbiamo bisogno di disponibilità a discutere. Chi è per le riforme discute di tutto. Alcune modifiche le abbiamo fatte, ossia che le presenze sono salite a 25. Ci sono altre questioni che attengono alla tassa d’ingresso, possiamo ragionare sul numero di chi entra. Ho solo una grandissima preoccupazione, ovvero dare una risposta alla difficoltà del calcio italiano. Avevamo una scadenza, non riusciamo ad incontrarci ma non mi fermo nell’insistere. Sento la responsabilità, mi sento coinvolto nella responsabilità di questa fase. Ognuno di noi, avendo una responsabilità personale, deve riconsegnare a Gravina delle proposte da mettere in campo”.
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