Nesta: "Juve? C'era confusione e aveva bisogno di un grande colpo, ma per me resta un’incognita" - JuveNews.eu

Nesta: “Juve? C’era confusione e aveva bisogno di un grande colpo, ma per me resta un’incognita”

L'ex giocatore ha parlato

[fncvideo id=679923 autoplay=true] Alessandro Nesta, ex difensore, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport del derby di Milano menzionando anche la Juventus: “Le milanesi hanno fatto quello che potevano. L’Inter con Gosens, esterno che serviva, e Caicedo, uomo di Inzaghi. Il Milan in questa fase non può fare pazzie e si affida alle idee dei dirigenti, che ultimamente sono state vincenti. Maldini ha un’intelligenza superiore alla media. E poi la Juve: c’era confusione e aveva bisogno di un grande colpo, ma per me resta un’incognita: non è detto che un giocatore, anche se bravissimo, sistemi tutto e subito.

Il Milan in questa fase non può fare pazzie e si affida alle idee dei dirigenti, che ultimamente sono state vincenti. Maldini ha un’intelligenza superiore alla media. Il Milan resta attrezzato, rispetto alla altre grandi deve riuscire a essere sempre al massimo, non può permettersi di perdere pezzi in una rosa che non è troppo lunga. Finora è riuscito a superare ogni problema con l’identità di gioco. In questo periodo, tra Covid e infortuni vari, devi anche essere fortunato: sono queste le situazioni che oggi fanno la differenza, non altre.

Senza Ibra e Rebic è un altro discorso ma in generale, da ex difensore, dico che preferirei mille volte trovarmi ad affrontare gli attaccanti dell’Inter che non quelli rossoneri. Ripeto, in un calcio fatto di duelli e ricerca della superiorità, Leao è uno che fa la differenza. Mi piace tantissimo, salta sempre l’uomo e migliorerà nell’ultima scelta: oggi ne fa una bene, l’altra meno. Se Ibra c’è e sta bene toglierli la palla è impossibile, Leao come Rebic prendono campo in velocità e non li fermi più. Se devo scegliere, gioco contro quelli dell’Inter. Loro sono più in forma, forse più squadra e di certo più solidi. Ma il Milan ha la dinamicità di alcuni giocatori, che in pochi hanno in Serie A: penso a Leao e Theo Hernandez. Stargli dietro è dura e nel calcio di oggi queste sono le qualità che determinano“.

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