Cher Ndour, camioncino del Benfica B e della Nazionale giovanile Azzurra, ha parlato a poche ore dalla partita contro la Juventus Under19, valevole per la Youth League: “L’obiettivo è debuttare con la prima squadra del Benfica, mettermi in mostra agli occhi di Schmidt. La serie B portoghese è comunque già un campionato competitivo e sono sicuro che anche lì posso continuare a crescere”.
Come mai il trasferimento dal Brescia all’Atalanta?
“Ho giocato con le rondinelle dai 6 ai 10 anni, ma il club della mia città all’epoca non se la passava bene, mi arrivò quindi l’Atalanta che ringrazio per avermi fatto maturare con allenatori come Giordani, Rebba, Di Cintio e Fioretto. Quando arrivò la chiamata del Benfica non potevo dire di no, sono in uno dei settori giovanili migliori al mondo e anche in questo caso i miei genitori, pur consigliandomi per il meglio, mi hanno sempre lasciato l’ultima decisione. Sto benissimo, vivo e gioco e in una città fantastica”.
Che il Benfica sia ormai al top con il settore giovanile, l’avete dimostrato vincendo la Youh League nell’aprile scorso dopo aver eliminato la Juventus in semifinale e travolto in finale il Salisburgo. Oggi con i bianconeri sarà una sorta di rivincita?
“Sicuramente loro avranno voglia di rivalsa, ma noi siamo concentrati per ripeterci e alzare ancora il trofeo. Quanto alla partita delle prime squadre, il Benfica sta benissimo: tra Primeira Liga e Champions League ha sempre vinto, compresi i due preliminari. Non c’è più quel fenomeno di Darwin Nunes, ma ci sono comunque giocatori fortissimi: Rafa Silva, David Neres, Enzo Fernandez, Gonçalo Ramos, Otamendi, Gilberto, Grimaldo, Vlachodimos e potrei andare avanti… La Juve non sembra stare benissimo, non è partita al meglio ed è già obbligata a vincere questa partita, ma è pur sempre la Juve e ha tanti grandi campioni e molte risorse”.
Quella Juventus per la quale iniziò a tifare per Pogba?
“Sì, fu un amore a prima vista. Paul è il mio idolo, spero di rivederlo presto in campo perché giocatori così fanno bene al calcio. Sono tifoso juventino, ma non stavolta perché il Benfica ora è la mia casa e la mia testa e il mio cuore sono per questo club. Sono rimasto anche tifoso del Brescia: quando torno a casa, vado a vedere le partite delle rondinelle al bar o a casa dei miei amici, loro seguono sempre la Leonessa”.
Pogba è l’idolo anche per affinità di ruolo?
“Inizialmente ero un’ala, esterno d’attacco. Al Brescia fu Giovanni Valenti, uno dei primi allenatori di Mario Balotelli, a cambiarmi ruolo spostandomi a centrocampo. Adesso mi piace giocare mezzala di sinistra, con propensione all’attacco, oppure trequartista”.
Le piacerebbe un giorno tornare a giocare in Italia?
“Certo la serie A è un bel campionato, ma a me piace molto la Liga oltre ovviamente alla Premier. Prima di tornare nel mio paese vorrei continuare il percorso di crescita e giocare in tornei esteri. A partire ovviamente da quello portoghese dove devo ancora debuttare e non vedo l’ora. L’anno scorso ho fatto qualche allenamento con la prima squadra del Benfica e avere davanti Darwin Nunez e gli altri campioni che ho ricordato prima è stata una grande emozione”.
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