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L’Associazione Italiana Calciatori ha deciso di intitolare il premio di capocannoniere della Serie A a Paolo Rossi. Questo il comunicato apparso sul sito internet dell’organizzazione.
“Intitolare il proprio premio a Paolo Rossi. L’Associazione Italiana Calciatori ha deciso di legare per sempre a “Pablito”, l’eroe azzurro del Mundial dell’82, l’ambito riconoscimento assegnato dal 2011 al capocannoniere della Serie A.
Infatti, era impossibile esordire in modo migliore perché, come decretato dal campionato 2020-2021, sarà la superstar portoghese Cristiano Ronaldo, autore di 29 gol con la maglia della Juventus, il primo giocatore a fregiarsi del premio con la denominazione “Paolo Rossi”, iniziativa condivisa dal Consiglio Direttivo dell’AIC che ha trovato l’immediato consenso di Federica Cappelletti, la moglie del campione scomparso lo scorso dicembre. Nell’albo d’oro dell’evento promosso dall’Associazione Calciatori, il nome di Ronaldo segue a quelli di Fabio Quagliarella e Ciro Immobile, vincitori nel 2019 e 2020.
Toccherà dunque a CR7, come viene chiamato dai tifosi, ricevere questa nuova versione del trofeo che spicca anche per il look originale, costituito da un pallone di “plexiglass” trasparente, impreziosito da due dischi d’argento, uno dei quali placcato in oro, con al centro la foto di Paolo Rossi. Ventinove, come le reti realizzate da Ronaldo nella scorsa edizione della Serie A, sono invece i diamanti incastonati nel manufatto, per un valore complessivo di 3,30 carati.
Cinque volte Pallone d’Oro, campione d’Europa con la maglia del Portogallo, vincitore di decine di titoli e coppe in quattro diversi campionati nazionali, bomber destinato almeno ad avvicinare il traguardo delle 1000 reti, il trentaseienne Cristiano Ronaldo è unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi calciatori di ogni tempo. Il suo nome onora quindi nel modo più luminoso la prima volta del riconoscimento di AIC intitolato a Paolo Rossi, nato a Prato nel 1956 per diventare uno dei giocatori più amati e ammirati nella storia del nostro calcio, soprattutto grazie alle prestazioni fuori dal comune esibite in maglia azzurra durante il Mondiale vinto dall’Italia nel 1982, in Spagna, nello stesso anno in cui l’attaccante toscano veniva insignito del Pallone d’Oro.
Per quanto invece riguarda i club per cui Rossi ha giocato, restano indelebili soprattutto i colori biancorossi del Vicenza, tanto che proprio in questa sua città d’adozione il giocatore ha scelto di congedarsi dal mondo una volta giunto all’esito finale della malattia con cui ha a lungo lottato. Subito dopo l’ultimo respiro, lo hanno amorevolmente attorniato il calore e la riconoscenza di un’intera comunità, memore di quello straordinario campionato 1977-’78 in cui il “Real Vicenza” giungeva secondo alle spalle della Juventus, trascinato dai 24 gol grazie ai quali toccava proprio a Paolo Rossi laurearsi capocannoniere della Serie A. Pablito è stato l’unico giocatore nella storia del calcio italiano ad aver vinto consecutivamente la classifica cannonieri in Serie B con 21 gol nella stagione 1976/77 con il Vicenza, per poi riconfermarsi nella stagione successiva in serie A e vincere il titolo di capocannoniere al Mondiale di Spagna 1982 con 6 reti (impresa riuscita nel mondo, oltre a lui, a Gary Lineker, attaccante inglese).
Sono ricordi che renderanno ancora più coinvolgente la cerimonia di premiazione, in programma durante una delle prime giornate del prossimo campionato della massima serie. Nell’occasione, spetterà a Umberto Calcagno e Gianni Grazioli, rispettivamente presidente e direttore generale di AIC, consegnare assieme a Federica Cappelletti il premio Paolo Rossi nelle mani di Cristiano Ronaldo.
Questo momento, come nasconderselo, sarà anche pretesto per fantasticare con l’epopea del calcio, dato che è difficile immaginare una coppia di attaccanti più bella e vincente di quella formata, nei nostri sogni a occhi aperti, da Paolo Rossi e Cristiano Ronaldo: la potenza e i virtuosismi del portoghese assieme alla folgorante rapidità e al micidiale opportunismo di Pablito. Per non parlare delle qualità tecniche di entrambi, così abili nel lasciare sul posto l’avversario e così pronti ad adattarsi, con il corpo e con la mente, a qualsiasi situazione di gioco. Sarebbero state non solo valanghe di gol, ma anche emozioni indimenticabili, di quelle che da sole valgono il prezzo di qualsiasi biglietto.
Ma proprio perché la Storia ha deciso diversamente, destinando Paolo e Cristiano a epoche e contesti così diversi, la consegna di questo premio di AIC assume anche il significato simbolico di mettere assieme, come in un’azione da gol, i due favolosi campioni”. (Assocalciatori.it)