Domani la Juventus sarà ospite del Lecce nel secondo anticipo della dodicesima giornata di Serie A. E a proposito della sfida del Via del Mare ha parlato Francesco ‘Checco’ Moriero, intervistato dal Quotidiano di Puglia. L’ex giocatore del Lecce, ora ct delle Maldive, ha espresso le sue sensazioni: “Farò il tifo come se fossi al Via del Mare. A Lecce purtroppo sarò a dicembre, quando il campionato sarà fermo per il Mondiale. E sarà quella una sosta che lascerà il segno, che potrà cambiare la storia del campionato. Perciò sarà bene arrivarci in condizioni di classifica che non costringano a rincorse difficili. Il Lecce, dopo la Juventus, incontrerà Udinese e Atalanta. Una fine d’anno che richiede le condizioni migliori. E a me piace credere in questo Lecce di Baroni“.
Da giocatore era ala, ma non vuole fare paragoni con gli esterni d’attacco giallorossi: “Strefezza è straordinario, conosciamo il valore di Di Francesco, Banda è partito facendo grandi cose, ma deve migliorare sotto porta. Io però non mi riconosco in nessuno di loro. Ai miei tempi, quando mi affacciavo alla ribalta c’era chi voleva accostarmi a Domenghini, chi a Causio, pur con caratteristiche diverse. Ognuno è solo se stesso“.
Moriero, protagonista di una storica vittoria nel 1989 contro i bianconeri, vede così la sfida con la Juve: “Ci sono annate particolari per tutti, anche per le grandi. La Juventus sta vivendo un periodo di grande difficoltà. Dopo l’ultimo colpo subito col Benfica che l’ha messa fuori gioco dalla Champions League verrà a Lecce con la rabbia in corpo e con la voglia di vincere ad ogni costo. Hjulmand e compagni hanno tenuto testa a big come il Napoli capolista e come la stessa Inter, anche se i nerazzurri vinsero a tempo scaduto. Domani dovrà combattere come ha saputo fare nei giorni migliori. Chi lotta per la salvezza sa quanto sia duro ogni campionato e che il carattere deve far diventare vincenti soprattutto quando le situazioni si fanno difficili. Vincere con la Juventus è peraltro un motivo di orgoglio indicibile, come quello che mi porto dentro io da quel 1989“.