Pablo Moreno, ex calciatore della Juventus, ha rilasciato delle dichiarazioni a Tuttojuve.com. Ecco le sue parole: “Chi mi ha impressionato? Sicuramente Fagioli, che è stato mio compagno al primo anno, un vero e proprio fenomeno. Per come giocava la palla e per come la toccava, sembrava un giovane della Masia. Era fuori categoria, di un altro livello, non sono stupito del percorso fatto. Mi ricordo con piacere di Petrelli, mi piace come calciatore perché è in grado di calciare indistintamente di destro e sinistro. Nella mia Juve c’erano anche Sekulov, Anzolin, Loria e Barrenechea. Fantastici. Ho affrontato da avversario Vlahovic, un vero e proprio tanque. Era una bestia. Miretti? L’ho visto poco, era aggregato dall’U-17 e spesso si allenava con noi”.
Sull’esperienza in bianconero: “Molto performante, anche se non ho segnato molti gol. Il calcio italiano è diverso da quello spagnolo, per cui ho avuto modo di imparare moltissimo. E allenarmi con la prima squadra, almeno due volte a settimana, è stato un qualcosa di appagante. In quella Juventus c’erano molti grandi campioni, non solo Cristiano ma anche Dybala, Chiellini, Pjanic, e tutti quelli che vedevo in tv. Ero ben felice di fare il raccattapalle. A 16 anni ho vissuto anche la gioia di essere convocato da Allegri per la prima squadra, non volevo esser svegliato e speravo che nessuno mi tirasse un pizzicotto per farlo”.
Sull’addio: “Al termine del secondo anno, ho avuto chiamate dalle due squadre di Manchester e dal Barcellona. I catalani stavano già parlando con i bianconeri per Pjanic e volevano includermi nell’affare. E’ stato difficile scegliere, perché sono top club europei e mondiali. A convincermi ad accettare il City è stata la chiamata di Txiki Begiristain. Mi è dispiaciuto molto lasciare la Juventus, per me è stato vivere un sogno ad occhi aperti”.