Montezemolo: "La presidenza della Juve? Fu un errore dire di sì"

Montezemolo: “La presidenza della Juve? Fu un errore dire di sì”

L'imprenditore e dirigente d'azienda, si è raccontato al Corriere della Sera, toccando vari argomenti, tra i quai la presidenza bianconera

Luca Cordero di Montezemolo è stato intervistato dal Corriere della Sera, dove si è raccontato a tutto tondo. L’imprenditore e dirigente d’azienda ha parlato del suo passato da presidente della Juventus: Fu un errore dire di sì. Dopo la bellissima avventura di Italia ‘90, non ne potevo più del calcio, di stadi, partite, arbitri… Ma non potevo rifiutare. E poi l’Avvocato si era infatuato di Maifredi. Era il periodo del Milan di Sacchi, e lui in fondo aveva sempre amato il bel gioco: Sivori, Platini, Maradona, Baggio.
La prima volta allo stadio però fu a Roma, con i fratelli Vanzina: “Siamo amici fraterni da quando avevo dieci anni. La prima volta che andai allo stadio ero con loro: sapevano che tifavo Bologna, e il loro papà, Steno, ci portò a vedere Lazio-Bologna. Espugnammo l’Olimpico con un gol dell’uruguagio Di Marco. Con Enrico e Carlo Vanzina abbiamo anche fondato una società di produzione cinematografica”.

Montezemolo poi ha raccontato la figura dell’Avvocato Gianni Agnelli, che è stata molto presente nella sua vita: “Era diverso da come lo raccontano. Ad esempio era molto italiano. Amava il calcio e le auto. Non era affatto disinteressato al cibo: la prima volta che da giovane andai a trovarlo all’Argentario parlammo dell’olio toscano, quando veniva a Roma andavamo a Fregene a mangiare il pesce. Era anche lui un po’ superstizioso. Soprattutto, era molto legato a Torino, al Piemonte. E voleva essere il primo promoter dell’Italia in America e nel mondo.

In passato nacque la leggenda che fosse figlio dell’Avvocato: In famiglia ne sorridevamo. Dicevo a mia madre: “Cos’hai combinato?”. È vero però che per me è stato come un padre. Mi ha trasmesso la curiosità per gli uomini, per il mondo, per l’arte contemporanea: la pop art e l’arte povera, Lichtenstein e Alighiero Boetti, Warhol e Pistoletto. A Torino abitavo sulla sua stessa collina, qualche tornante sotto. Ogni tanto mi chiamava: “Vieni a vedere il secondo tempo di un film?”. Avvocato, ma perché il secondo tempo? “Va bene, vediamo il primo, poi andiamo a dormire”. Ma parlando di mercato, attenzione ai botti di fine agosto: arrivano notizie pesanti su Douglas Luiz, Milinkovic e non solo<<<

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