Sul momento difficile della Juventus è intervenuto anche Luciano Moggi. L’ex dg bianconero, dalle colonne di Libero, ha analizzato la situazione: “Ascoltando le parole di Maurizio Arrivabene prima della partita col Monza si ha la sensazione di una certa coerenza amministrativa, specialmente quando il dirigente dice che sarebbe una follia cacciare Allegri visto il programma di quattro anni da percorrere con il mister. Se poi andate a sentire la risposta a chi gli domandava lumi sul possibile esonero, capirete meglio il perché di queste affermazioni (“Poi quello che viene chi lo paga?“), facendo intuire che l’ostacolo è soprattutto di natura economica. E l’ad bianconero si ferma a queste poche parole evitando di colpevolizzare chicchessia, anzi mettendosi lui stesso sul banco degli imputati perché facente parte del vertice societario.
Non così però l’allenatore che, quasi a scusante dei mancati risultati, asserisce: “Mi hanno dato in mano una Juve virtuale”. E questa è un’accusa precisa al Ceo, a cui è demandata la campagna di rafforzamento, ma soprattutto alla squadra che, secondo lui, non è all’altezza della situazione, anche se è la sola che, a fine gara, va sotto la curva a chiedere scusa ai propri tifosi prendendosi tutti gli insulti del caso (dopo le sconfitte con Benfica e Monza).
Impossibile allora che non ci sia nessuno che si possa domandare a che punto di rottura sia il rapporto tra il mister, la dirigenza stessa e la squadra, magari ipotizzando un faccia a faccia proprio per evitare il tutti contro tutti. Anche perché non si era mai vista una Juventus così mal ridotta, che non è riuscita a calciare nello specchio della porta se non per fare il solletico al portiere. E per non farsi mancare nullaa ha dovuto giocare anche in inferiorità numerica per l’espulsione di Di Maria. Difficile stabilire se sia un problema fisico, tattico o entrambi“.