Intervenuto nella trasmissione Piazza Affari sulle frequenze di Tmw Radio, Luca Marelli ha commentato i principali episodi arbitrali della seconda giornata di Serie A. Non si poteva partire con quello che è il caso più clamoroso del turno di campionato: il contatto tra Samuel Iling-Junior e Dan Ndoye nell’area di rigore della Juventus: Ecco cosa ha detto l’ex arbitro su questo caso: “Ci faremo un’idea più completa quando verrà distribuito e pubblicato l’audio. Credo che non sarà molto diversa da quello che ascoltammo in Torino-Inter nell’episodio Ranocchia-Belotti. In quel caso il Var si convinse a livello inconscio, vedendo nelle immagini quel che l’arbitro stava spiegando in campo, che la decisione fosse corretta. Si tratta di un black-out, che capita raramente nell’epoca Var. Attenderei di sentire prima di dare ulteriori giudizi”.
Successivamente, Marelli ha espresso la sua opinione sul fatto che ascoltare l’audio tra Di Bello e Var in Juventus-Bologna possa diventare una prassi per l’immediato futuro. Ecco le sue parole: “Credo che dopo gli annunci qualcosa si farà. Dovrei effettuare delle previsioni, ma è complicato. Ci vuole tempo. Come in tutte le rivoluzioni c’è bisogno di tempo. Sicuramente non sentiremo gli audio in presa diretta, dato che non succede nemmeno negli altri sport. Di base anche perché sono molto concitati, a volte non si capisce bene… e poi si dicono delle parole che non potrebbero essere trasmesse”.
L’ex arbitro ha parlato di quanto accaduto in Lazio-Genoa, quando un intervento che ha visto protagonista Mattia Zaccagni è stato mostrato sul maxischermo dello stadio Olimpico. Di seguito le sue parole: “La visione dell’immagine, da quello che si è capito, è stata consentita per un errore commesso da chi ha in gestione i maxischermi. La Lazio non ha controllo di quelle immagini, quindi è giusto che non sia multata. Sono d’accordo con la decisione dell’arbitro. Può essere considerato episodio grigio, ma non chiaro ed evidente errore, quindi non si doveva procedere alla on-field review”. Infine, sui diversi metri di giudizio in Italia e in Europa, ha detto: “In realtà in Champions sono ancora più rigidi, dato che il Var viene utilizzato molto meno che nei campionati nazionali. In quel particolare caso che ricordate fu qualcosa di eccezionale, ma servì perché il rigore non era leggero… di più… direi leggerissimo”.
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