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L’ex centrocampista della Juventus Claudio Marchisio ha parlato al canale Twitch della Juventus in occasione dei 10 anni dello Stadium: “Entrare in questa casa era molto diverso perché era molto diverso per l’Italia. In campo col Notts County non fu neanche così entusiasmante, nella sfida contro il Parma è partita l’energia che è stato il contesto dello Stadium. Prima dell’inaugurazione non abbiamo passato tanto tempo tra prove e campo e l’abbiamo vissuta come dei tifosi. Come una famiglia che ha il sogno di farsi una casa, per noi è stato lo stesso. Quando respiri quell’aria nuova, pulita, sai che tutto può ripartire. Una delle immagini che mi lega di più allo Stadium è il gol che ho fatto contro il Parma. L’esultanza un cui do il cinque ai tifosi. Ricordo il Delle Alpi e prima di arrivare ai tifosi passavano 10 minuti. Anche l’euforia del pubblico è stata fondamentale. Lo dicono i risultati, ma anche e soprattutto le parole dei giocatori che venivano a giocare lì.”
Marchisio continua ricordando i match disputati tra le mura di casa: “La partita più importante? Personalmente ho sentito molto il primo derby allo Stadium che era il primo tra i professionisti per me. Il Toro era in B, e ricordo che due giorni prima con mister Conte e altri avevamo una cena di beneficienza, ecco lì l’ho sentito tanto e non potevo ricevere in dono destino migliore. Quell’annata del 2014, sempre in un derby, avevamo combattuto tantissimo. Fu il primo derby vinto all’ultimo e da lì se ne innescarono tantissimi. Un’altra partita è stata Juve-Barcellona allo Stadium. Era un Barcellona diverso da Berlino e facemmo partita fantastica.”
E lo spogliatoio? Marchisio ha svelato retroscena anche su quello: “Gli amici sono pochi, ma nel mio percorso alla Juve ne ho conosciuti tanti, non solo sudando e vincendo, ma anche perdendo e soprattutto fuori dal campo. Posso fare l’elenco da Del Piero, Pepe, Buffon, Barzagli e Giaccherini. Ora che ho smesso di giocare inizio a rendermi conto di ciò che abbiamo scritto in questi anni. Ora possiamo parlare d’altro, ma abbiamo fatto qualcosa di storico. Io me ne sto accorgendo adesso e siamo stati bravi a farlo perché c’è stato merito dei singoli che hanno creato un gruppo con allenatori diversi e abbiamo fatto qualcosa di unico. Adesso sfido gli altri club a fare ciò che abbiamo fatto.”
Chiusura su quello che è stato fino a poco tempo fa, con la maglia numero 7 della Juventus: “Chi l’avversario più forte? Quello che ci ha appena lasciato: Cristiano Ronaldo. Ci ha sempre segnato e ha regalato uno dei gol più belli della storia del calcio. Anche in casa nostra ha fatto un gesto spettacolare, poi ci ha eliminato ma è stato incredibile. E poi Iniesta. È stato un peccato non vederlo alzare il Pallone d’Oro. Ha tre cervelli in testa e due nei piedi. Il modo che aveva di toccare il pallone era di una bellezza incredibile”.