Gigi Maifredi torna a parlare. L’ex allenatore della Juventus ha rilasciato un’intervista a Il Foglio. Il suo contributo al calcio: “Credo che la rivoluzione l’abbiamo fatta io in alta Italia e Zdenek Zeman nel centro sud. Tertium non datur. Poi altri si sono aggregati e presi meriti che non gli spettavano. Il gioco a zona, il famoso 4-3-3, è nato da noi due. È inutile girarci intorno. Altri lo hanno promozionato, non inventato”.
L’anno in bianconero: “Venivo da un filotto infinito di vittorie e non avevo messo nel giusto conto le difficoltà che avrei incontrato. Al di là di questo, io fino alla ventesima giornata sono stato primo o secondo. Poi, mi hanno fatto una “carognata” e in quel preciso momento ho maturato la voglia di venir via dalla Juve e, in qualche modo, dal calcio“.
La “carognata”: “Ci hanno fatto perdere una partita a Marassi contro la Sampdoria, fischiandoci un rigore contro, che definire inesistente è riduttivo, dopo che avevamo dominato dall’inizio alla fine. In quel preciso momento ho capito che ero un carneade che nessuno avrebbe mai difeso. Lì ho mollato ed è stata la mia più grande mancanza. Pensi che, prima del derby contro il Torino, dissi ai giocatori che, visto che il nostro modo di giocare non gli piaceva, erano liberi di ripristinare il libero. Lasciai che fossero loro a fare la formazione e con Daniele Fortunato nel ruolo di libero dietro la difesa perdemmo per 2 a 1. Dentro di me, avevo da tempo già detto basta”.