Ad Haifa la Juventus arriva per riscattare la sconfitta di San Siro e conquistare punti fondamentali per proseguire il cammino in Champions League. La gara si presenta subito insidiosa, sia a livello ambientale, che in campo, dove il Maccabi inizia in modo aggressivo, minacciando la porta di Szczesny. E infatti, approfittando di un approccio molle e passivo dei bianconeri, i padroni di casa passano in vantaggio con Atzili, bravo a sfruttare le marcature larghe in area. E subito dopo gli israeliani non vanno lontani dal raddoppio in un paio di circostanze, contro una Juve quasi intimorita. Poi, a metà primo tempo, di male in peggio: si ferma Di Maria, per l’ennesimo problema muscolare. Al suo posto dentro Milik. Ma anche dopo questo secondo schiaffo la Juve non si smuove abbastanza. E in assenza di gioco, idee e grinta da parte dei bianconeri, il Maccabi sembra l’unica squadra in campo e trova il raddoppio. Ancora Atzili a segno con un bel tiro dall’interno dell’area, contro una difesa inerme. Solo nel finale della prima frazione un bel colpo di testa di Vlahovic fa impegnare Cohen per la prima vera parata.
A inizio ripresa la squadra bianconera cerca di reagire. Nei primi minuti la Juve costringe il Maccabi a difendere negli ultimi trenta metri. E qui arriva la seconda occasione, ancora di testa, con Rugani, che non coglie impreparato Cohen. Ma il lieve miglioramento rispetto al primo tempo non produce molti altri pericoli nei primi minuti. L’episodio che potrebbe riaprirla non gira a favore: Cuadrado lanciato in area viene spinto, ma per l’arbitro non è rigore. Si entra così negli ultimi venti minuti. A 9 dal termine è ancora Cuadrado a provarci, trovando il portiere avversario. Troppo poco. I minuti finali sono praticamente la resa di una battaglia mai iniziata. Al triplice fischio è 2-0.
Così davvero non va. Questa sera si è vista una Juve peggiore di quella sconfitta sabato scorso dal Milan. In campo è scesa una squadra che è sembrata andare incontro al proprio destino come un condannato, senza forza o voglia di reagire. Spesso si sono visti i giocatori bianconeri guardarsi tra loro quasi spaesati o impauriti, come se fossero coscienti di non essere in grado di opporsi a un avversario che non era di certo un top club. Ora gli ottavi di finale diventano quasi un miraggio. Resta il dubbio se Allegri abbia ancora in mano le redini di una squadra che stasera è andata incontro a un’altra brutta figura, con tanto di olé finali del pubblico di casa.
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