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L’ex allenatore di Juventus e Inter Marcello Lippi ha presentato, intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, la partita di questa sera in programma tra le due squadre e valevole per la finale di Supercoppa Italiana: “Non ci siamo abituati ma, dopo tanti anni, Allegri non parte favorito in una sfida italiana. Non c’è dubbio che l’Inter sia più forte della Juve: è la miglior squadra per gioco, presupposti psicologici e convinzione, crede fortemente in tutto quello che fa, ha più qualità. Allegri lo sa bene, però la sua Juve ha una tradizione di grinta e carattere e, soprattutto, doti tecniche non indifferenti. Non è certo una squadra modesta. Ha momenti di grande intensità come a Roma, quando in 30 minuti di altissimo livello ha ribaltato un risultato che sembrava già scritto. Io ho vinto quattro Supercoppe, Max tre e se mi raggiunge sono contento. Non è un momento facile ma si sta scervellando per rimettere in piedi la Juve: dopo tanti anni è arrivato l’inevitabile momento della ricostruzione e non c’era uno migliore di lui per farlo
DYBALA – “Ora non mettiamoci a discutere Dybala: ogni volta che ha la palla nella trequarti avversaria hai la sensazione che succeda qualcosa e che lui possa fare un gol con un tiro, un dribbling, un calcio piazzato, o creare un’occasione per i compagni. Alla Juve conoscono perfettamente le sue grandi qualità. È stato molto sfortunato negli ultimi tempi perché ha avuto troppi infortuni e gli è mancata la continuità: se adesso fa un lavoro di recupero e potenziamento con i suoi compagni, può tornare a dare quel grandissimo contributo che la Juve si aspetta. Sarà dura senza Chiesa: pochi offrono la stessa spinta, la stessa sensazione di potenza, i suoi gol. Credo che Kulusevski avrà molto più spazio e non sarà venduto. E poi c’è Morata che non può essere un problema: non è un centravanti vero, non è Trezeguet, ma spazia su tutto il fronte d’attacco, ha la stima di tutti i suoi allenatori ed è forte di testa. Fa sempre il suo”.
CORSA CHAMPIONS – “Sicuramente per questa Juve la Supercoppa sarebbe una bella iniezione di fiducia, la dimostrazione che, anche in un anno così difficile, si può vincere qualcosa. Ma non è una partita che può cambiare una stagione: a questi livelli le squadre hanno un’identità ben definita. Per esempio, la Juve sa che per il campionato è ormai fuori dai giochi, ma c’è un altro titolo importante in gioco: la qualificazione alla prossima Champions. Mi sembra sia ormai una lotta a cinque per quattro posti, mentre Fiorentina, Roma e Lazio sembrano lontane. E poi non dimenticherei questa Champions: la Juve è capace di qualsiasi risultato e, contro il Villarreal, può conquistare i quarti di finale”.
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