[fncvideo id=679923 autoplay=true] Vincenzo Morabito, procuratore, ha parlato ai microfoni di Tuttosport svelando tutti i retroscena della trattativa che poteva portare Erling Haaland alla Juventus. Morabito, infatti, faceva da intermediario tra i bianconeri e il Molde (squadra dove militava il norvegese): “Iniziò tutto il 3 novembre 2017. Nei giorni scorsi, riguardando il mio archivio, ho ritrovato la mail del 3 novembre 2017 nella quale Cherubini, al tempo uomo mercato del vivaio, mi incaricò di mediare con il Molde. Si affidò a me consapevole delle mie conoscenze in Scandinavia e in particolare del mio rapporto privilegiato con Jim Solbakken e con Ole Gunnar Solskjaer, nel 2017-18 allenatore di Haaland nel Molde.
Cherubini era molto deciso e convinto. Il giovanissimo Haaland era stato segnalato alla Juventus da Dodo Spinosi, il figlio di Luciano, ex giocatore bianconero e vice di Eriksson nella Lazio dello scudetto. Dodo Spinosi aveva un ottimo rapporto con un agente norvegese molto vicino al padre di Erling. Cherubini andò in Norvegia diverse volte. E Haaland e il padre, nel dicembre 2017, furono ospitati a Torino qualche giorno per visitare il centro sportivo di Vinovo e assistere al derby d’Italia contro l’Inter. La famiglia e il ragazzo rimasero molto impressionati al punto che in pochissimo tempo arrivò l’ok per provare a intavolare una trattativa con il Molde.
I dirigenti del Molde, seppur la Juventus in quel momento fosse l’unico top club ad aver fiutato il talento di Haaland, spararono una richiesta incredibile per un 17enne: 10 milioni! Però, visto che Haaland gradiva la destinazione bianconera, si dimostrarono disponibili a valutare una proposta più articolata. Cioè 2.5 milioni subito, comunque una cifra notevole per giovane che giocava in Norvegia, e il 50 per cento sulla futura rivendita. Ci trovammo all’hotel Westin Palace di Milano. Quando la società venditrice si muove, di solito è un buon segno. Tutti, anche Paratici e Marotta, erano convinti dal punto di vista tecnico. I dubbi erano economici perché con il senno del poi è facile dire che 2.5 milioni sono pochi, ma investirli su un minorenne non è semplice.
Non caso la Juventus era l’unico top club in corsa. I bianconeri, pur di assecondare il giocatore che mirava a giocare fin da subito a livello di prima squadra e non in Under 23, provarono a imbastire una sinergia con il Genoa. Però… Purtroppo, una settimana dopo l’incontro, la trattativa con il Molde si fermò perché la proprietà juventina ritenne fuori dai parametri del club un investimento da 2.5 milioni per un ragazzo del vivaio. Non è stato un errore, lo definirei più un peccato: succede spesso nel calcio. La Juventus fece davvero il massimo“.