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Delusione cocente quella arrivata nella giornata di ieri per la Juventus. Dopo i tre successi consecutivi contro Spezia, Lazio e Cagliari, i bianconeri, tra le mura amiche dell'”Allianz Stadium”, sono usciti clamorosamente sconfitti dallo scontro con il Benevento, tornato a guadagnare i tre punti dopo più di due mesi dall’ultimo successo in campionato. Un ko, arrivato a causa della rete dell’argentino Gaich a 20 dalla fine, che ha allontanato ancora di più le speranze di una rimonta scudetto e il sogno di portare a casa il decimo alloro consecutivo. Una debacle inattesa, sfociata poi in uno scontro verbale all’interno dello spogliatoio nel post-gara.
Stando a quanto riferito dal quotidiano piemontese La Stampa, infatti, la rabbia è esplosa subito dopo il fischio finale e, all’interno dello spogliatoio, sarebbero volati urla e insulte tra i componenti della squadra (smentiti poi categoricamente dalla società come da prassi in queste situazioni). Subito dopo ci sarebbe poi stato un incontro tra il presidente Andrea Agnelli e il tecnico Andrea Pirlo per fare il punto su una situazione che, dopo l’uscita agli ottavi di Champions League contro il Porto e l’ormai quasi certa abdicazione alla lotta per lo scudetto, sarebbe diventata insostenibile.
La fiducia a squadra e staff tecnico era comunque stata ribadita dal ds Paratici ai microfoni di Sky Sport: “Come non è una sconfitta non lo è neanche una vittoria a decidere l’esito o le sorti di un club. Valuteremo alla fine del ciclo se è stata una politica corretta o no. La parola transizione alla Juve non esiste perche gioca sempre per vincere, alcune stagioni vanno meglio, altre peggio però la transizione non esiste perchè c’è una crescita durante l’anno che porta ad avere dei risultati negli anni successivi. Siamo qui da 11 anni e negli ultimi 9 abbiamo sempre vinto. Nonostante questo abbiamo sempre cambiato ma la gente non se n’è mai accorta perche abbiamo sempre continuato a vincere. Da quando sono qui avrò sentito almeno 6 o 7 volte che era finito un ciclo, abbiamo gia cambiato e per vincere abbiamo dovuto costruire, prendendoci dei rischi a volte ma è sempre stato cosi perché se hai una visione nella tua testa cerchi di sostenerla”. Ad oggi, però, la fiducia verso giocatori, staff tecnico e staff dirigenziale appare a tempo.
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