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La Juventus vive un momento di rinnovato ottimismo e di consapevolezza nei propri mezzi. Il pareggio di Bergamo ha solo rallentato una crescita che è comunque evidente e rilancia la squadra dopo una prima parte di stagione vissuta nella precarietà delle prestazioni. L’attacco ora è stato ridisegnato. Dusan Vlahovic è il nuovo leader del reparto e si è ambientato alla grande. Paulo Dybala è tornato a segnare e a fornire grandi prestazioni, come non si vedeva da tempo. Alvaro Morata, a dispetto delle previsioni di gennaio, ha trovato un nuovo ruolo, che lo stimola e lo mette in condizione di rendere al meglio.
Chi non può essere soddisfatto in questo clima di ritrovato entusiasmo è certamente Moise Kean. Se prima poteva giocarsi il posto da centravanti con lo spagnolo, ora con l’ex centravanti della Fiorentina il titolare lì non è più in discussione. E se è vero che potrebbe anche giocare più defilato, anche in quella posizione c’è Morata, che per Allegri è importante. Dall’arrivo del serbo ha giocato un quarto d’ora in due partite, entrando solamente negli scampoli finali. Un segnale che per lui lo spazio si sta riducendo sempre di più.
L’attaccante era tornato con un’operazione last minute, dopo l’addio di Cristiano Ronaldo, in prestito con obbligo di riscatto dall’Everton. Un cambio che inevitabilmente ha creato pressioni sul ragazzo cresciuto nel vivaio. La sua stagione presenta numeri impietosi: 25 presenze tra campionato e coppe, con 4 gol e 1 assist. Troppo poco per un giocatore valutato circa 30 milioni e soprattutto per un attaccante della Juve. Ecco perché la società sta valutando un suo addio a giugno, magari in prestito. E gli occhi della dirigenza sarebbero posati su un altro 2000: Giacomo Raspadori. Il giocatore del Sassuolo piace e sarebbe compatibile con Vlahovic e gli altri attaccanti. Ma per ora è solo un’idea.