Kalac: "Buffon il mio idolo, mi sono sempre ispirato a lui"

Kalac: “Buffon il mio idolo, mi sono sempre ispirato a lui”

Kalac, ex portiere del Milan, ha parlato di Buffon, Dida e Dybala, con un cenno al cambiamento del ruolo dell'estremo difensore.

Zeljko Kalac, ex portiere del Milan, ha rilasciato delle dichiarazioni a IlBiancoNero.com, parlando di Buffon, Dybala e dell’esperienza in rossonero. Ecco le sue parole sulla Joya: “Maldini ha fatto un lavoro enorme e sa quello che serve al Milan. Sanno tutti che Dybala è un giocatore forte e che potrebbe servire tantissimo alla causa dei rossoneri, però c’è da considerare anche i troppi infortuni che ha avuto nella sua carriera e questo mi spingerebbe a non prenderlo. Credo che ci sia qualcosa di sbagliato anche nella preparazione, altrimenti è strano che abbia un minutaggio così basso e soprattutto tutti questi stop.”

Su Buffon e Dida: “Gigi mi è piaciuto ed è stato quello al quale mi sono sempre ispirato. E’ stato un mio idolo. Quando ho iniziato a lavorare con Dida invece, mi sono accorto di avere davanti un mostro perché non ho mai visto un portiere giocare così bene, per me era un piacere immenso lavorare con lui. Il mio ruolo era quello di aiutare lui quando venivo chiamato in causa e alla fine bisogna solo capire qual è la tua posizione all’interno della squadra. Ancelotti sapeva quale era il suo 11 più forte ma ha comunque fatto giocare tutti e sapeva chi doveva far giocare e quando doveva farlo.”

Sul ruolo del portiere moderno: “Ai nostri tempi cercavano le stesse cose di ora. Si guarda troppo al portiere che sa essere bravo con i piedi e a volte quando parlo con qualcuno di qualche portiere, come primo commento sento: ‘E’ bravo con i piedi’. Questo mi fa veramente rabbia, cosa vuol dire che è bravo con i piedi?. Un portiere deve saper parare, saranno poi i vari Stam o Nesta che dovranno far ripartire l’azione ma io devo solamente passarla a uno di loro. Noi ci mettiamo i guanti solo per un motivo, certo devi essere bravo con i piedi ma non devi creare il gioco.”

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