Juventus, il riassunto del giorno: parlano Ferrara e Danilo

Juventus, il riassunto del giorno: parlano Ferrara e Danilo

Ferrara
Dalle parole si Danilo sulla vita del calciatore alle dichiarazioni di Ferrara sui bianconeri: tutte le notizie sulla Juve.

Per la Juventus sono giorni di attesa in vista della partita con il Monza. Ha detto la sua sui bianconeri Ferrara: “Ero a fine contratto con il Napoli, mi avevano comunicato che per necessità di bilancio non sarei stato rinnovato. Scelsi di andare alla Juventus per un motivo: pensavo che i bianconeri mi potessero permettere di rimanere al livello che avevo raggiunto a Napoli. E così è stato. Napoli per me è casa, ho realizzato il sogno di tanti ragazzi di arrivare in prima squadra, che è coinciso con l’arrivo di Maradona a Napoli. La Juventus è stata una consacrazione, mi ha permesso di trovare nuovi stimoli e nuove motivazioni.

Allenatore della Juve? Al posto mio chiunque avrebbe tentato. Col senno di poi posso dire che le cose non sono andate bene nel percorso. Quello era un momento in cui non avrei mai potuto dire di no. Nonostante tutto, l’esperienza mi ha fatto capire determinate cose. Ho capito che allenare non è il mio mestiere, non mi permetteva di essere il solito Ciro Ferrara e non mi faceva stare sereno”.

Anche Danilo ha parlato: “Vuoi dire che anche i calciatori visitano i musei?”. Ho fatto un sorriso un po’ imbarazzato e ho proseguito. Anche durante uno dei miei mille viaggi in giro per il mondo con il mio club, stavo chiacchierando con alcuni membri dello staff e con alcuni compagni per passare il tempo durante il lungo viaggio. Poiché ognuno di noi proveniva da un Paese diverso (l’equipaggio era portoghese), abbiamo parlato in inglese, dove presumibilmente tutti si capivano. A un certo punto, uno dei membri dell’equipaggio mi disse: “Parli molto bene l’inglese, Danilo!”. Ho risposto che era grazie alla mia esperienza a Manchester, dove ho trascorso due anni, e anche perché prima, quando vivevo ancora in Portogallo, avevo già studiato la lingua per conto mio, ma lui ha aggiunto: “Ma non è normale. I tuoi colleghi normalmente non studiano!”.