La Juventus, in attesa della prossima gara, viene giudicata per i primi risultati della stagione. A parlare di questo è stato Crespo: “Enrico era più attaccante rispetto a suo figlio. Aveva il sano egoismo che deve possedere chi, di mestiere, sta nel cuore delle difese avversarie. Federico è più abituato ad agire sulla fascia. Secondo me ha tutte le qualità per diventare una seconda punta simile al padre, ma a patto che diventi ancora più prolifico. La velocità e il tiro secco, nella sua azione, è essenziale: pochi fronzoli e tanta sostanza.
Secondo me sarà un punto fermo della nuova Nazionale di Spalletti, ma va utilizzato da seconda punta e non da esterno nel 4-3-3. Forse non sono il migliore tandem della Serie A, ma perlomeno il secondo. Al primo posto ci metto Lautaro e Marcus Thuram. E poi, dopo il Toro e il francese, la seconda piazza se la dividono Vlahovic-Chiesa e Dybala-Lukaku. Con la differenza che la Juve, al momento, è più squadra della Roma e dunque gli attaccanti bianconeri sono avvantaggiati”.
Anche Buffon ha detto la sua: “Momenti in cui avevo deciso di smettere? L’anno in cui sono andato a Parigi avevo deciso ed ero abbastanza convinto, ma non lo ero pienamente, secondo me avevo uno-due anni da dare a grandi livelli, mi sentivo bene e in forze, mi sentivo fisicamente al top. Per il rispetto delle società in cui ho lavorato ho capito che era giusto fare un passo indietro. Poi a fine aprile arrivò questa chiamata del PSG, sarei stato stupido a rinunciare, volevo crescere ulteriormente con l’esperienza all’estero e avrei giocato in una squadra stratosferica e a un livello stratosferico. Momenti complicati? No, ho sempre avuto in mente quella che sarebbe dovuta essere la mia parabola”.