E sul suo momento senza squadra: “Io per adesso aspetto, salto questo giro ma rimango vigile, diciamo che guardo le cose dall’alto. Non so se sono tra i migliori, per questi giudizi ci siete voi della critica, io sono solo un allenatore che cerca di far funzionare una squadra. Non so nemmeno quante panchine ho in carriera, ricordo che anni fa in Premier League proprio con Ancelotti ne festeggiammo 1000, nella stessa stagione, sa questi calcoli che fanno gli inglesi… Ma io non le ho mai contate. Lo farò alla fine quando smetterò. Essere allenatore è brivido, vertigine e una droga, è quell’adrenalina che ti fa sentire vivo. Avere la responsabilità di un gruppo, entrarci in connessione, e la soddisfazione di vedere che la domenica succede quello che hai preparato. Grandi emozioni. Ringrazio Dio della carriera che sto facendo”.