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In un’intervista a Tuttosport, l’attore e regista Michele Placido ha parlato della cena avuta con Massimiliano Allegri, nuovo allenatore della Juventus: “Mia moglie Federica fa la produttrice ed è molto amica di Ambra, la compagna di Allegri. Così ogni tanto ci si incontra a Roma. Andare a cena con Allegri è divertente: è un toscanaccio, uno da tavolata e con la battuta sempre pronta. Ci ha voluto portare in un ristorante in Piazza Mazzini. Tre chilometri a piedi per arrivarci…”.
“Non sono riuscito a trattenermi: qualche curiosità sulla Juve gliel’ho chiesta – Ha ammesso l’attore – . Innanzitutto gli ho dato il bentornato a casa. Perché la Juventus è casa sua. Ho trovato Max molto felice, carico, abbronzato, bello pimpante e pieno di energia positiva. Non voglio criticare Sarri e Pirlo, che sono due professionisti, però entrambi ad un certo punto mi sono sembrati un po’ spaventati alla guida della Juventus. Max no, ha una personalità che trascina, è molto sicuro e alla fine il suo carattere fa la differenza. Si parla tanto e di tutti, ma quello che negli ultimi anni ha vinto di più è Allegri. Ed è anche il tecnico italiano che recentemente si è avvicinato maggiormente alla Champions. Il suo ritorno è una ventata di aria positiva: Max è un vincente, proprio come la Juventus. E sono convinto che con lui riconquisteremo subito lo scudetto”.
Poi Placido ha concluso dicendo: “Di Cristiano si sa tutto, è una star mondiale. La nuova Juve? Penso punterà molto su Dybala e anche su Kulusevski. Mi ha parlato molto bene dello svedese, lo considera un giocatore di livello europeo e ne apprezza fantasia e doti fisiche. Con il ritorno di Allegri inizia un nuovo ciclo e, personalmente, credo che si potrebbe aprire anche senza una stella come Ronaldo. Mi piacerebbe una Juventus stile Italia di Mancini. Una Juve di amici. Perché stima, amicizia e chiarezza sono importanti per ottenere i risultati. Agnelli e Allegri hanno un bel rapporto, ma è importante che questo feeling venga allargato anche a tutti i dirigenti. All’Europeo ha vinto l’amicizia di Mancini e Vialli, la loro solidarietà. Sono stati due straordinari condottieri, hanno trascinato al successo un gruppo senza grandi campioni in nome del loro rapporto speciale”.