Non solo festeggiamenti sul campo per la Juventus. Il JMuseum, il museo del club bianconero, compie 10 anni, come ricordato dal sito di Madama: “Un momento speciale: lo Juventus Museum compie i suoi primi 10 anni. Un periodo pieno di eventi, trasformazioni, incontri che hanno confermato e arricchito la sua vocazione: essere un ponte tra storia e futuro. Come conferma il suo successo: ci sono stati oltre 1,5 milioni di visitatori, un numero che colloca stabilmente lo Juventus Museum tra i 50 più visitati in Italia. Non solo: la struttura ha anche ottenuto il riconoscimento da ICOM (International Council of Museum), organizzazione internazionale di musei e professionisti impegnati nel conservare, trasmettere e far conoscere il patrimonio naturale e culturale mondiale, presente e futuro. Ed un motivo d’orgoglio è che il J Museum è stato “sélectionné par Le Guide Vert” Michelin come uno dei musei che bisogna visitare a Torino. Quando 10 anni fa è stato inaugurato, è apparso immediatamente visibile come lo Juventus Museum fosse ciò che indicava il suo Presidente, Paolo Garimberti: «La cronologia di una passione». Un progetto ambizioso, che fin dall’inizio ha avuto l’obiettivo non soltanto di raccontare la storia della Juventus, ma di far vivere a ognuno dei visitatori un’esperienza speciale, emozionante e memorabile. Attraverso la sintesi di passato e presente, di esposizione in senso classico e multimedialità, lo Juventus Museum supera il concetto di museo tradizionale, per affermarsi come luogo dove si manifesta l’essenza stessa della juventinità. Una vera e propria esperienza, una full-immersion emozionante, a partire dalla Sala dei Trofei che raccoglie in un’atmosfera magica tutte le vittorie della Signora, una tappa da culto che insieme a tante altre propone il museo. In questi 10 anni ha vissuto una grande storia in diretta, una condizione particolare che lo distingue da altre istituzioni museali e che l’ha portato a trasformarsi giorno dopo giorno.
Proprio la Sala dei Trofei raccoglie emblematicamente il significato di un decennio che non ha eguali nella storia bianconera. Nel giorno della sua inaugurazione, venne portata la prima coppa scudetto del 2012. Un nuovo ingresso che ha dato il via a qualcosa di fantastico. Non solo perché poi ce ne sono state altre 8 vinte consecutivamente o per la quantità di altri successi, come le Coppe Italia o le Supercoppe. All’epoca nessuno poteva immaginare che si sarebbe fatto posto anche ai tanti trofei portati dalle Juventus Women o alla Coppa Italia della Juventus Under 23, squadre che ancora non erano state create. Il rito della consegna dei trofei è uno dei tanti che costituiscono la vita dello Juventus Museum. Un altro momento di grande emozione sono la consegna dei giocatori delle maglie storiche, quelle che celebrano il raggiungimento del traguardo delle 300 presenze (e oltre). Ed è consuetudine che i nuovi acquisti inizino a conoscere il fascino del bianconero proprio attraverso una visita, un vero e proprio corso accelerato di storia per chi è chiamato a sua volta a scriverne un pezzo…Dal 16 maggio a oggi lo Juventus Museum ha cambiato parte della sua fisionomia. Non solo si è arricchito di nuove acquisizioni, ma ha proposto una vera e propria trasformazione della sua struttura fisica. Nel 2015 è nata la sezione JSport, dove decine di atleti di fede bianconera hanno donato cimeli della loro disciplina, permettendo ai visitatori di scoprire un altro modo di coniugare juventinità ed eccellenza. Sempre nello stesso anno il museo si è ampliato con l’area dedicata all’attualità e nel 2017 si è ulteriormente arricchito con la Virtual Room. Lo Juventus Museum è un luogo per tutti, privo di barriere architettoniche e sensoriali: nel 2020 e nel 2021 sono stati inaugurati percorsi per non udenti e per non vedenti. Altre opportunità di vivere il Museum sono state le mostre temporanee. I 90 anni del rapporto tra la Famiglia Agnelli e il club, il secolo di Hurrà Juventus e la figura di Gaetano Scirea hanno riguardato più specificamente la società. Altre hanno proposto un allargamento degli orizzonti ad altri territori come l’arte (Invasione di campo. L’arte entra in gioco; Enrico Paulucci – Un pittore in porta; L’arte di vincere. 34 opere per 34 scudetti), il fumetto e il cinema (Gulp! Goal! Ciak! – Calcio e fumetti), la cultura di massa (Black & White Times – Walter Veltroni mette in mostra i 120 anni di Juventus).
Chi sono gli utenti dello Juventus Museum? Un dettagliato profilo è stato tracciato da una ricerca curata dall’Istituto Piepoli realizzata tra novembre del 2018 e agosto del 2019, con più di 1500 interviste. Il visitatore-tipo ha un’età media di 39 anni; l’84% arriva dall’Italia, con il Piemonte ovviamente in testa (18%), ma con un’elevata di presenze dalla Puglia e dalla Sicilia (11% a testa) che testimonia ulteriormente l’amore del Sud verso la Signora. Tra gli stranieri, sono i francesi quelli più presenti (un dato spiegabile certo con la vicinanza, ma non deve essere ininfluente il richiamo esercitato dai tanti giocatori transalpini che storicamente hanno militato in bianconero). La categoria professionale più rappresentata sono gli impiegati e gli insegnanti (42%). Il livello d’istruzione è medio, circa il 65% del campione possiede un diploma. Il 66% dei frequentatori è coniugato, condizione che porta alla visita per il 51% con il partner e per il 35% con i figli, a confermare come nel tifo il senso d’appartenenza abbia nella trasmissione familiare un tratto saliente e tradizionalmente attivo. Un altro dato interessante è che il 59% pernotti fuori casa, è quindi ascrivibile alla categoria del tifoso che visita anche la città di Torino, il museo rientra anche nel suo interesse turistico. Il tempo medio della visita è di 43 minuti e molto alto è l’indice di soddisfazione: tutte le sezioni ottengono un gradimento ben sopra il 90%, il Tempio dei Trofei conquista praticamente l’unanimità (il 99%!). Ed è particolarmente significativo che ben l’86% dichiari che tornerà: evidentemente ha colto il carattere mutevole del museo, il suo processo di continua innovazione, l’essere un luogo dove la riproduzione del passato si coniuga a una visione del futuro. Vi è poi una differenziazione del pubblico legata ai diversi periodi temporali. Nel giorno gara prevalgono i gruppi di amici che arrivano a Torino per assistere alla partita della Juventus. Durante le feste le famiglie che vengono a visitare la città, mentre in primavera i turisti sono per lo più coppie; d’estate e nel periodo autunno-inverno coppie e famiglie arrivano appositamente per lo Juventus Museum, che esercita quindi un’attrazione autonoma, tutt’altro che scontata per un’istituzione legata all’evento calcistico. Infine, da segnalare come il 70% dei frequentatori del Museo lo abbini con la visita dello Stadio: in questi 10 anni sono stati organizzati circa 30.000 Stadium Tour, un’altra bella esperienza dentro il mondo bianconero”.