Khedira: "Per lo scudetto la Juventus è favorita". E sul futuro...

Khedira: “Per lo scudetto la Juventus è favorita”. E sul futuro…

Sami Khedira
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Sami Khedira ha parlato della Juventus, club in cui ha militato per più di cinque stagioni.

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Sami Khedira ha parlato della Juventus, club in cui ha militato per più di cinque stagioni. Il centrocampista tedesco ha conosciuto sia Sarri che Allegri, quali sono le differenze tra i due tecnici? «Sarri era troppo diverso dallo stile Juve ma che squadra quel suo Napoli, ci ha fatto soffrire. Io con lui mi sono trovato bene, è sempre stato onesto e, se stavo bene, mi faceva giocare. Allegri però è il miglior uomo che abbia conosciuto nel calcio. Avevo feeling con lui anche quando il mio italiano era un disastro: questione di istinto. Servirà tempo per ri-adattarsi a lui ma per me vincerà ancora. Per lo scudetto, la Juve è la favorita».

L’ex Real Madrid ha poi continuato dicendo: «La Juve è un grande club e l’Italia un grande Paese. È stato bello lavorare con Chiellini, Bonucci, Buffon, Dybala, Mandzukic, grandi giocatori e persone. Sono stato fortunato. Dybala? Paulo ha bisogno di un bodyguard sul campo, che lo protegga e lo faccia rendere. Ha avuto troppi infortuni e troppi problemi extra calcio, con troppe persone che parlavano intorno a lui. Invece deve restare concentrato, prendersi cura del suo corpo… e in questo mi sembra cresciuto. Un’altra cosa: sa segnare gol da sogno, ha un talento unico ma per me si mette troppa pressione. Pensa di dover fare tutto: passare, creare occasioni, essere leader. Lo ricordo in finale di Champions 2017, non era libero».

Chiosa finale sul futuro: «Mi piacerebbe tornare, un giorno. Sono un grande tifoso della Juve e dell’Italia. Quando sono arrivato, non avevo mai preso un caffè e pensavo che il latte macchiato non mi piacesse. Ora non riesco a stare senza. Sto pensando che cosa fare nella vita, ho fatto un’esperienza in tv e non escludo di diventare un allenatore o lavorare fuori dal calcio».

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