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Fabio Pecchia ha allenato Moise Kean nella sua breve esperienza all’Hellas Verona. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico ha esclamato: «Era davvero molto acerbo ma si vedevano importanti qualità e doti atletiche, più una gran voglia di fare gol. Quell’anno ebbe due mesi di ambientamento, una cosa normale. Poi quando iniziò a capire com’era il “giochino” inizio a farsi sentire in campo. La sua capacità di accelerazione devastante nei primi passi gli permetteva di fare la differenza. Poi purtroppo lo persi per un infortunio. Come è normale aveva grandi margini di miglioramento, sottoporta, nel colpo di testa, nel controllo e tiro. Ma anche voglia di migliorarsi».
«Nei dieci mesi in cui lo ho allenato non ho mai avuto alcun tipo di problema – Ha continuato l’allenatore -, non mi ha dato mai la sensazione di essere un ragazzo che non stava alle regole o dentro certi limiti, anche in un contesto complicato come quello della stagione di allora. Le sue doti sono sotto gli occhi di tutti, ora deve darci sotto col lavoro, deve dimostrare il suo valore. È ancora un 2000 ma questo è il momento di fare il salto e dipende da lui, dalla voglia che ha e dalla capacità di saper gestire le situazioni. Quando sei il ragazzo del gruppo hai meno responsabilità».
Chiosa finale sul ruolo: «Moise è certamente una prima punta, ma ha la capacità di recupero per giocare da attaccante esterno. Non è un’ala, ma non è come mettere Lukaku in fascia. Può anche farlo. Allegri lo conosce e sa come impiegarlo, anche in rapporto a come si integra con gli altri». La Rosea ha poi rivelato un interessante retroscena: l’attaccante italiano si sarebbe convinto a ritornare alla Juventus dopo una telefonata con Giorgio Chiellini, capitano e guida della Juventus. Riuscirà il giovane classe 2000 a colmare il vuoto lasciato da CR7?