Presente all’evento Lomardia regina del calcio femminile, Martina Rosucci, calciatrice in forza alla Juventus Women, ha parlato del suo percorso da calciatrice. Ecco le sue parole: “Ho giocato con i maschi fino a 14 anni, poi ho fatto un anno in Serie D, che era l’Eccellenza di adesso. La D è stata un grande trampolino di lancio per me perché senza la rappresentativa regionale io non sarei andata poi in nazionale under 17 e magari nessuno si sarebbe accorto di me. Non c’era ancora la possibilità di fare l’escalation naturale che adesso può fare anche una ragazza, non soltanto un ragazzo. Non ho mai giocato in primavera, per esempio. Tante mie compagne l’hanno fatto. Io non l’ho fatto, ma più per un discorso di bruciare le tappe per poca possibilità, che non per chissà quale altro motivo. Ogni tappa è stata veramente fondamentale per arrivare dove – con un po’ di fortuna ovviamente – sono arrivata. Senza la D non sarei riuscita ad andare in una società come il Brescia, che a quei tempi era la prima squadra d’Italia e poi alla Juventus, la mia squadra del cuore e della mia città”.
La giocatrice della Juventus ha proseguito spiegando come quello di diventare calciatrice non fosse stato il suo sogna da bambina. Per Rosucci l’aspirazione nel mondo femminile di divenire una giocatrice di calcio sarebbe cambiato solo negli ultimi anni: “Io sinceramente non ho mai avuto il sogno di fare la calciatrice. Mi ci sono un po’ ritrovata per caso perché non esisteva il sogno di fare la calciatrice. Adesso secondo me esiste. Da un anno e mezzo possiamo scrivere a fianco alla parola mestiere ‘calciatrice’”.