Juve Women, Montemurro: "Io sono juventino sin da bambino"

Juve Women, Montemurro: “Io sono juventino sin da bambino”

Joe Montemurro
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'allenatore della Juve Women Joe Montemurro ha paralto delle bianconere e della sua infanzia

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’allenatore della Juve Women Joe Montemurro ha parlato della sua squadra: Noi e la Roma dobbiamo gestire più partite, tra campionato e Champions, e dunque le trasferte. Poi ci sono le nazionali, un altro aspetto da considerare. Altre squadre hanno l’opportunità di lavorare per tutta la settimana su un solo impegno. Ci sono club come Fiorentina e Sampdoria che hanno fatto un mercato importante sulle straniere e hanno delle giovani italiane di prospettiva, secondo me le sorprese possono venir fuori da lì. Ma non si può sottovalutare nessuno perché è un campionato a dieci squadre”.

Io ho un’idea di calcio precisa, che punta a coinvolgere tutti – ha continuato il tecnico. Non è tanto una questione di bel gioco: alla fine della parola ‘football” c’è ‘all”, cioè tutti. Questa è la prima cosa su cui ho puntato. Non sono io il protagonista del progetto tecnico, siamo tutti importanti nel dover portare avanti la stessa idea, attraverso la metodologia di lavoro. Non ci sono segreti nel nostro centro sportivo, la cosa più importante è arrivare tutti i giorni e avere la consapevolezza del privilegio di rappresentare questo marchio a livello mondiale. Io ho il vantaggio di sapere cosa significa seguire la Juve da molto lontano e cerco di trasmettere anche questo valore”.

Io sono juventino. Mio fratello venne in Italia nel 1978 e mi portò una maglia della Juve, la indossai per un anno intero. Era la 8. Sono stato tifoso bianconero dei tempi di Trapattoni, Scirea, Morini, Cabrini. Nel 1982 per noi italiani d’origine all’estero fu un grande momento. Mio zio mi veniva a prendere da scuola a Melbourne e mi portava sempre a vedere le partite della Serie A, al Cinema Italia, ma le trasmettevano sempre 2-3 mesi dopo. La prima in assoluto che vidi fu Juve-Napoli. In Australia ho sempre vissuto la competizione con chi sosteneva il calcio inglese, io tenevo la bandiera del calcio italiano. Nel 1979 ho cominciato a giocare da portiere nella Juventus, l’accademia che c’era in Australia. Poi ho cambiato ruolo e ho fatto il centrocampista”, ha concluso.

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