Nel suo editoriale su La Gazzetta dello Sport, Alessandro Vocalelli ha affrontato alcuni dei temi più attuali relativi alla Juventus. In primo luogo la presentazione ufficiale di Cristiano Giuntoli chiamato a risollevare le sorti del club bianconero dopo l’ultima stagione particolarmente travagliata. Poi l’argomento Romelu Lukaku, abbandonato dall’Inter e tra i possibili sostituti di Dusan Vlahovic in caso di cessione.
Il compito di Giuntoli
Ecco cosa ha detto il giornalista sul nuovo direttore sportivo della Juventus: “A Giuntoli vanno fatti i complimenti. Per l’eleganza con cui si è presentato, omaggiando la sua vecchia società e dimostrando che le parole hanno ancora un senso anche in un mondo spesso avvelenato come quello del pallone, e per la trasparenza con cui ha definito la strategia della Juve: tutti, o almeno i più bravi, sono incedibili. A meno che, e qui le cose cambiano radicalmente, non arrivi l’offerta giusta. Coniugare i successi che sono nel DNA bianconero con le nuove esigenze di bilancio. Ecco perché, a differenza di un club che difendeva storicamente le sue scelte e il proprio zoccolo duro, per integrarlo ogni volta con un paio di innesti giusti. Oggi Giuntoli si trova a dover mettere in conto una realtà piuttosto scomoda. Una lezione che però non sembra aver convinto tutti”.
Sul possibile cambio Vlahovic-Lukaku
Successivamente, Vocalelli ha commenta il possibile affare Lukaku a discapito di Vlahovic: “Perché, altrimenti, non si spiega la volontà, sembra alimentata dallo stesso allenatore, di voler puntare su Lukaku nel caso si arrivi alla cessione di Vlahovic, che a Torino non è stato più il ciclone di Firenze. Un controsenso, l’eventuale “scambio”, sia economico che tecnico. Perché è difficile condividere la voglia di sostituire un ventitreenne tra i più forti al mondo con un trentenne che, tra cartellino e ingaggio da nove milioni netti l’anno, assorbirebbe gran parte del sacrificio. Ma anche perché è vero che Lukaku è tra i più bravi a giocare spalle alla porta. Ma forse la Juve dovrebbe immaginare il prossimo anno di avere e poter mettere il suo centravanti nelle condizioni di guardarla la porta avversaria, cosa che a Vlahovic negli ultimi diciotto mesi non è stato quasi mai permesso”.