“Dusan è un ragazzo giovane, con poca esperienza. Deve trovare un equilibrio, crescere un po’. Ha troppa frenesia addosso, deve stare più tranquillo. A 22 anni è normale, va calmato”. Con queste parole Massimiliano Allegri ha descritto Dusan Vlahovic al termine della partita contro il Sassuolo, due settimane fa. DV7 vuole a tutti i costi trovare il gol, ma questa frenesia non lo aiuta di certo, a secco anche nell’ultimo match bianconero contro il Venezia. Nella sfida contro gli arancioneroverdi il colpo di grazia: sostituito nel secondo tempo da Chiellini. Il bomber serbo, nuovo paladino dei tifosi bianconeri, sembra essersi inceppato.
Dove nascono i problemi di Vlahovic? Ma soprattutto: è giusto parlare di problemi? Analizzando i numeri è facile capire come ci sia qualcosa che non va. Acquistato per 80 milioni di euro, il classe 2000 sarebbe dovuto essere la soluzione a tutte le lacune offensive bianconere. E in effetti all’inizio è stato così: gol all’esordio in Serie A e in Champions League. Euforia a mille. Poi il calo, naturale per un ragazzo di 22 anni alla prima esperienza con una squadra che conta. Dusan è passato da 17 gol in 21 presenze con la maglia della Fiorentina (0,81 gol a partita) ai 6 gol in 12 presenze con quella della Juventus (0,5 gol a partita).
Ma la colpa è solo in parte di Vlahovic. L’ex Fiorentina è un bomber d’area di rigore, un giocatore abile nell’attaccare la profondità e spedire la palla in rete. Chiedere al Villareal. Da quando è alla Juve, però, gli viene chiesto di fare sponde, di far salire la squadra e aiutarla nella manovra. E in molti casi si sono visti tutti i limiti tecnici di un ragazzo che ha già dimostrato molto ma che ha ancora molto da imparare. Allegri lo ha detto spesso: “Dusan sta lavorando bene, deve migliorare come tutti. Deve essere più pulito nel gioco, sprecare meno energie fisiche ed alzare il suo livello di qualità tecnica”. Ci sarà tempo per migliorare.