Tardelli
In una lunga intervista rilasciata a Tuttosport, Marco Tardelli ha parlato approfonditamente della Juventus. Tra i vari argomenti delle domande poste al Campione del Mondo, anche quelle relative al tecnico Massimiliano Allegri e al direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli. Ecco cosa ha detto: “Se Allegri è l’uomo giusto per la Juve? Tutti gli uomini sono giusti, basta avere i giocatori giusti. Non ho mai visto vincere l’Avellino anche con un grande allenatore. Vedremo come andrà il mercato. E credo che Allegri avrebbe dovuto avere un “compagno” vicino, nel senso di un tipo alla Marotta, un dirigente che lo accompagnasse. Invece si è ritrovato da solo a gestire una situazione abbastanza difficile. Giuntoli potrebbe essere l’uomo giusto. Perché a volte per l’allenatore c’è bisogno di avere un colloquio sano con qualcuno che ti stia vicino”.
Nell’intervista, Tardelli si è soffermato sul ruolo giocato dalla famiglia Agnelli nella storia della Juventus: “Ai miei tempi l’Avvocato era molto vicino a noi e c’era un grande rispetto nei suoi confronti. Era una persona che ti stava vicino, che ti chiamava al mattino, anche se presto purtroppo, per sapere com’era andata. Per sapere se c’era qualcosa che serviva. Per me è stato un personaggio importante. E’ stato quello che mi ha chiamato prima della mia conferenza stampa di presentazione con l’Inter dicendomi “Per me ci sarà sempre”. Vuol dire che uno ha lasciato un bel segno. Sapevamo chi era e come era, ma non ci metteva mai in soggezione, anzi, faceva sentire tutti a proprio agio. Sia lui che Boniperti. A lui piaceva scherzare e quando era il periodo di firmare i contratti ci diceva sempre “Fatelo soffrire”, riferendosi a Boniperti. Tanto sapeva che poi la vinceva lui”.
Tra le domande poste, anche quella relativa al dirigente che secondo Tardelli ha meglio incarnato lo spirito e lo stile della Juventus. L’ex giocatore e allenatore ha risposto così: “Sicuramente Boniperti. Era un presidente che quando qualcosa non andava, e lui lo vedeva, ti chiamava. Si metteva al tavolo con te, ti parlava, si incavolava, rideva… Era un personaggio che conosceva tutto di noi, perché era stato un grande calciatore e aveva vissuto quello che vivevamo noi. Conosceva lo spogliatoio, conosceva la squadra e conosceva i momenti della squadra, soprattutto. Ricordo che una volta avevamo perso una partita importante, che ci aveva fatto perdere non ricordo se il campionato o la Coppa, lui venne e ci disse “Doveva andare così. Non c’era alcuna possibilità di fare meglio”. E lo accettò con grande sportività, anche se lui non era molto sportivo nell’accettare le sconfitte… (ride, ndr) Si incavolava sempre, era un personaggio diverso. Adatto al mondo che c’era una volta. Un mondo che comunque in certe dinamiche era abbastanza simile, anche se per altre è totalmente diverso. Ora è tutto spettacolo, ci sono fondi di investimento ed la televisione è molto più importante. Non so se quel calcio fosse migliore o peggiore (migliore per gli ingaggi di certo), ma di sicuro era diverso”.
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