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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Alessio Tacchinardi ha parlato della Juventus di Massimiliano Allegri: «Le fondamenta sono state ricostruite, le colonne portanti sono su due gladiatori come Bonucci e Chiellini. Il cuore batte, lo spirito ti permette di non mollare: se perdeva a San Siro era di nuovo “morta”. Però così non basta. Più gioco? Anche Allegri ne vorrebbe di più, non è che gli piaccia giocare male e vincere 1-0. Non è ancora la sua Juve: voleva Pjanic, e quindi più palleggio. Ora ha una squadra operaia, ma sta iniziando a mettere dentro qualità: Arthur finora non c’era».
Dopo il pareggio contro l’Inter la rimonta è ancora possibile? L’ex Juventus ha le idee chiare: «Ogni volta che sento parlare Allegri di numeri e di tabelle io mi fido. Non so se era un genio in matematica, ma sembra che abbia un microchip nella testa. Se lui dice “vedremo a febbraio”, sarà così. Tornerà sicuramente in alto, poi bisognerà vedere se riuscirà a restarci, perché la crescita di alcuni giocatori mi sembra più faticosa del previsto».
«Per vincere lo scudetto serve il miglior Chiesa e la miglior stagione della carriera di Dybala: non basta un’annata di Paulo da 6,5, serve da 10 – ha continuato Tacchinardi. Se il motore va a pieni giri è un giocatore come ce ne sono pochi. Quando è in palla fa un altro sport, rispetto agli altri. Con due marce in meno è un altro discorso. Nelle interviste mi sembra molto più “sgombro” da Ronaldo e pronto non solo a dire “ora tocca a me”, ma anche a passare ai fatti. È il suo momento. La Juve vuole dargli le chiavi e lui vuole prenderle: però devi curarti 24 ore al giorno, quando inizi ad avere infortuni. Mi aspetto qualcosa in più da Kulusevski. Deve entrare nel mood Juve. Lui ha esempi di vincenti in squadra: deve svoltare nella testa, perché fisicamente è un trattore, un toro».