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Sabato alle ore 18.00 Juventus e Atalanta si sfideranno all’Allianz Stadium di Torino. Una sfida fondamentale, tra due delle migliori squadre del campionato italiano di Serie A. Alessio Tacchinardi nel corso della sua lunga carriera ha vestito le maglie di entrambe le formazioni, e intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato del match tra bianconeri e neroazzurri: “Difficile dire chi partirà favorita. L’Atalanta non cambierà il suo solito modo di giocare, aggressivo e molto fisico. E’ una squadra che viene a prenderti nella tua metà campo, che non molla la presa. La Juve dovrà essere brava a uscire dalla sua prima pressione e a non farsi schiacciare. Inter a parte, le è capitato il peggior avversario possibile. I bianconeri hanno nella fase difensiva la loro forza. Come difetto vedo la discontinuità nello spirito e nell’atteggiamento. Fra i bergamaschi, a volte la troppa foga li penalizza, come è appena successo in Champions, il suo punto di forza è Zapata, un giocatore che può decidere da solo una partita”.
La squadra di Massimiliano Allegri è reduce da una bruttissima sconfitta in Champions: “La Juve rischia di fare 10 passi indietro, dopo che ne aveva fatti faticosamente 5 in avanti. Rischia di perdere autostima e certezze perché non solo a Londra ha perso, ma ha perso molto male. Non faccio analisi tecnico-tattiche, il punto è che non c’è stata competizione con gli avversari, soprattutto nel secondo tempo la squadra ha mollato del tutto. Uno schiaffo dal quale ha molto da imparare, se vuole trarne qualche insegnamento”. Quella di Gian Piero Gasperini, invece, da una partita rocambolesca: “L’Atalanta è così, è la sua forza e il suo limite, ma visti i risultati direi la sua forza: non alza mail il piede dall’acceleratore, non gestisce le partite ma pensa solo a spingere al massimo. Ma è molto meglio pareggiare una partita in questo modo che perdere senza giocare”.
“Dalla Champions sono uscite due fotografie chiarissime – ha continuato Tacchinardi: da una parte c’è l’Atalanta che è un orologio svizzero. Può capitare che perda, ma il suo timbro è quello, inconfondibile. Dall’altra c’è la Juve, squadra senza precisa identità né certezze, che fa un passo avanti e due indietro. Rabiot ne è il simbolo, anche se non è l’unico giocatore in altalena: è capace di fare una prestazione da 8 e quella successiva da 4, inspiegabilmente. Allenare una squadra così inaffidabile è davvero un’impresa. Per i bianconeri, quindi, vincere sarà fondamentale. Sono 4 mesi che la Juve galleggia su un filo molto delicato, fra alti e bassi. Col Chelsea non ha perso da Juve, ora non può davvero permettersi di subire un’altra legnata. Allegri è stato bravissimo a sdrammatizzare, pur essendo certamente consapevole delle difficoltà della squadra”.