Sacchi: "Juve sfortunata ma con questo gioco non si va molto lontani"

Sacchi: “Juve sfortunata ma con questo gioco non si va molto lontani”

Arrigo Sacchi
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha analizzato la sconfitta della Juve contro il Villareal

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha analizzato la sconfitta della Juve: bianconeri sfortunati? “Certamente. La traversa di Vlahovic è stata clamorosa. E a conti fatti il risultato è esagerato. Però, per arrivare lontano in Europa bisogna fare qualcosa di più e lo dico sia alla Juve sia al Villarreal. Una partita molto tattica e con poche emozioni, poco ritmo, poco pressing. Sia la Juve sia il Villarreal, si vedeva lontano un miglio, pensavano prima di tutto a non prendere gol. Ma così facendo non si va lontano. Tutt’e due speravano in una ripartenza improvvisa, nel colpo di un singolo e in un calcio piazzato che poteva mandare in crisi gli avversari”.

Eppure negli ultimi mesi la squadra di Allegri ha portato a casa tanti risultati utili: “È vero, ma quando per trenta giorni ti comporti in un modo, va a finire che non cambi neanche al trentunesimo giorno… La Juve aspettava la prodezza del singolo oppure l’errore dell’avversario. E anche il Villarreal ha fatto la medesima cosa. Allegri ed Emery si sono mossi da tattici, e tra i due tattici ha vinto Emery. La partita però non mi è piaciuta. Per me il calcio non è questo, sono convinto che sia stato fatto un passo indietro. Se non ci sono innovazione, coraggio e conoscenza non si può pensare di giocare bene. E io non ho visto né coraggio, né innovazione, né conoscenze”.

Cosa può fare la Juve per migliorare? Servivano più intensità, più ritmo. Nel primo tempo Vlahovic e Morata avevano dimostrato di essere superiori ai difensori spagnoli. Sia in velocità sia nel gioco aereo. Mi aspettavo che nella ripresa si insistesse di più su questo aspetto. Invece, appena tornati in campo dopo l’intervallo, si è pensato subito a non voler rischiare e a sperare in un contropiede. Un consiglio? Il solito: puntare sul gioco, che non s’infortuna mai. Noi italiani, invece, crediamo sempre nel salvatore della patria, ma che un singolo possa vincere da solo contro undici avversari è una cosa senza senso. Il gioco, quello fa la differenza. Sempre e comunque. Altrimenti, senza gioco, ci si sfida tra tattici e si vedono partite come quella della Juve contro il Villareal“.

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