Dopo la vittoria dello scudetto il Milan punta a confermarsi e per farlo è pronto a fare degli acquisti di livello. Uno di questi potrebbe dovrà essere sulla trequarti, ruolo in cui lo scorso anno Brahim Diaz non ha convinto. Tra le varie opzioni prese in considerazione dai rossoneri c’è anche l’ex Juve Paulo Dybala, ancora svincolato. Intervistato da La Gazzetta dello Sport Arrigo Sacchi ha rivelato: «Lo consigliai, anni fa, a Berlusconi. Gli suggerii di prendere Sarri e Dybala come campione emergente: non se ne fece nulla. Credo che Dybala si troverebbe più a suo agio nel Milan che nell’Inter: i rossoneri sono già abituati a giocare con la mezzapunta. Però l’argentino dovrà mettersi a disposizione, partecipare alla fase di recupero del pallone e puntare tutto sulla velocità. Il calcio moderno è un calcio di movimento. Staremo a vedere».
Quali altri acquisti dovrà fare il Milan? «Tutti e nessuno. Mi spiego: non contano i giocatori che arrivano, ma “come” arrivano. Devono avere motivazioni, ambizione, umiltà – ha detto Sacchi. Devono mettersi al servizio del Milan, e non il contrario. Questa è la prima regola: vale nel calcio, nell’azienda, nella vita». A fare la differenza però potrebbe essere il rinnovo di Massara e Maldini: «Aver trovato l’accordo con Paolo e Massara è importante, perché si tratta di due dirigenti competenti che hanno contribuito in modo significativo allo scudetto. Adesso bisognerà aggiustare qualcosa nella squadra, ma sono sicuro che, data la loro bravura, hanno già individuato gli elementi giusti».
Chiosa finale sul gioco: «Pioli dovrà lavorare parecchio sul pressing, che i rossoneri attuano già. Però io vorrei che fosse ancora più continuo, più feroce. E poi si dovrà affinare il gioco così che venga interiorizzato in modo da avere risposte automatiche. Inoltre ci si dovrà concentrare sulla fase del possesso-palla, affinché risulti sempre efficace con rapidi smarcamenti e sovrapposizioni. Mi auguro di vedere ancora una squadra coraggiosa che non si affida ai tatticismi. Prendersi dei rischi fa parte del gioco: se non si rischia, non si ottengono risultati».