Intervistato a Radio Serie A, Romulo, ex calciatore della Juventus, ha risposto a diverse domande sul suo passato e suo futuro. Tra queste, il brasiliano si è espresso sui migliori allenatori italiani. In particolare, Romulo ha elogiato Antonio Conte, tecnico non avuto in carriera ma con cui avrebbe voluto lavorare. Inoltre, l’ex calciatore ha parlato del giocatore più forte con cui si è allenato e il nome è ricaduto su Paul Pogba.
Sulla scuola italiana di allenatori, Romulo ha parlato principalmente di tecnici dal passato e del presente della Juventus: “Per me gli allenatori italiani sono i più bravi. Ho avuto la sfortuna di non avere Conte come allenatore: quando ero all’Hellas, lui mi voleva fortemente alla Juve a gennaio. Sono andato a Torino a fine stagione, Conte era appena andato via ed era arrivato Allegri. Anche lui è un allenatore di altissimo livello, ma come mentalità trasmessa mi sarebbe piaciuto lavorare con Conte. Io cito sempre Conte come esempio per come pressa e crea superiorità sulle fasce. La Juve non vinceva da molto prima che arrivasse lui, l’ha riportata a vincere tre scudetti di fila. Quelli che sono arrivati dopo, secondo me hanno evidenziato comunque la mano di Conte, nonostante i 5 vinti da Allegri e quello vinto da Sarri. La base della Juve era comunque quella costruita da Conte. Anche Gasperini è un riferimento dal punto di vista della mentalità, loro due sono i più incisivi. A livello di calcio giocato, dico De Zerbi: lo seguivo già a Benevento. Lui e Vincenzo Italiano nel giro di qualche anno saranno gli allenatori di riferimento per le big mondiali, la mano di Vincenzo nella Fiorentina è evidente, gioca un calcio diverso dagli altri”.
Sui migliori giocatori con il quale Romulo ha giocato in squadra sono saltati alla luce più di un giocatore dai trascorsi nella Juventus. Ecco cosa ha detto: “Ce ne sono tanti. Pirlo era unico, è difficile vedere un giocatore simile. Ho avuto il piacere di vederlo giocare da fuori e trovarlo poi come compagno: era qualcosa di meraviglioso. Aveva tecnica, tranquillità e visione di gioco: trovava spazi e buchi con passaggi millimetrici che un calciatore normale non trova. Il più completo che ho avuto come compagno, però, è stato Pogba: difendeva come un vero difensore, leggeva tutti gli spazi e tutti i tempi e segnava quasi come un attaccante. Aveva corsa, saltava più degli altri, calciava con destro e sinistro, dribblava da entrambi i lati: era un giocatore pazzesco. Mi dispiace che non riesca a trovare più il suo vero calcio, ma in quel periodo era fortissimo”.
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