Intervenuto nel corso della Milano Football Week, il designatore degli arbitri Rocchi ha parlato degli episodi di razzismo contro Lukaku e Vlahovic: “L’indicazione che abbiamo dato agli arbitri giovedì è che un calciatore oggetto di razzismo non venga ammonito. Massa in quell’occasione non sapeva del pregresso, del gesto che Lukaku aveva già fatto per esultare, e per questo il giallo era giusto: pensava che fosse provocatorio, ma non lo era. Abbiamo dato l’indicazione di fermare la gara per uno o due minuti per dare un segnale chiaro contro il razzismo: la nostra categoria lo combatte e non siamo incoerenti”.
Poi sull’attaccante della Juve ha aggiunto: “Nel caso di Vlahovic è stato fatto di tutto perché non fosse oggetto di razzismo, ma se Doveri lo rincorre e gli dice di non andare sotto la curva dell’Atalanta lui non lo deve fare, altrimenti diventi un provocatore. Dalla ragione, che Vlahovic ha totalmente, altrimenti passi dal torto. Abbiamo capito il problema del razzismo e lo interpreteremo nel modo giusto”.
Per quanto siano entrambi episodi di razzismo, quindi, l’AIA ha quindi visto i due casi in questione come diversi uno dall’altro. Per questo motivo il presidente della FIGC Gravina non è intervenuto per togliere l’ammonizione all’attaccante della Juve, come invece successo per il giocatore dell’Inter. Il presidente dell’AIA Pacifici non a caso ha specificato: “Il giallo a Lukaku a Torino era formalmente corretto e lo ha scritto pure Gravina nella grazia al giocatore dell’Inter. L’Aia è contro il razzismo ed è vittima del razzismo perché la nostra associazione è multietnica. Il fenomeno del razzismo è da debellare con azioni concrete da parte di tutti, non solo degli arbitri, ma anche delle autorità dentro e fuori dal calcio”. Niente da fare quindi per Vlahovic: la speranza è che episodi di questo tipo non avvengano più.