Alberto Rimedio, ospite di Rai Sport, ha disaminato alcuni temi riguardanti la Juventus. Tra questi, il giornalista ha affrontato l’aspetto tattico che comporta la presenza di Filip Kostic in campo. Con quest’ultimo sul terreno di gioco, Federico Chiesa sarebbe obbligato a cambiare modus operandi: “Volevo vedere cosa sarebbe cambiato con Kostic in campo, che costringe Chiesa a giocare più centrale e con meno possibilità di partire sulla corsia di sinistra al contrario di quanto succede con Cambiaso che viene dentro al campo. Secondo me ha creato più difficoltà a Chiesa, la cui prestazione è poi cresciuta con il passare dei minuti quando ci sono stati spazi maggiori. Kostic ha disputato un’ottima partita ma credo che Chiesa sia andato meno rispetto alle prime due gare”.
Le aspettative della Juve su Vlahovic
A fianco di Chiesa nella Juventus, troviamo l’attaccante serbo Dusan Vlahovic. Per Rimedio, un giocatore diverso dalle idee iniziali del club bianconero al momento del suo acquisto. Ecco le sue parole: “Non è stata una grande serata per Vlahovic (contro l’Empoli ndr) che ha avuto qualche difficoltà. C’è stata qualche occasione, c’è stato quel bel triangolo con Chiesa. Non è quell’attaccante che si aspettava la Juventus quando l’ha pagato 80 milioni di euro, va a sprazzi, i problemi fisici dovrebbero essere risolti, devono essere trovate le condizioni giuste ma io ritengo che sia necessario anche il mettere il centravanti nelle condizioni migliori per fare gol e mi pare che non sempre sia così alla Juventus“.
Rimedio su Locatelli e Bonucci
Il giornalista ha commentato il ritorno in Nazionale di Manuel Locatelli con l’approdo di Luciano Spalletti: “Per la nazionale può essere molto importante. Spalletti ha detto che può essere uno dei due registi con Cristante, tra l’altro lui è felice che sia arrivato perché con Mancini era stato fatto praticamente fuori. Non era stato convocato per le ultime partite nonostante le buone prestazioni offerte l’anno scorso con la Juventus“. Infine, un pensiero su Leonardo Bonucci: “Il suo addio è molto legato ai pessimi rapporti che aveva ultimamente con Allegri e quello è stato determinante perché Allegri non riteneva più opportuna la sua presenza nello spogliatoio”.