Juve, il riassunto della giornata: parlano De Laurentiis e Bruno

Juve, il riassunto della giornata: parlano De Laurentiis e Bruno

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis
Dalle parole di De Laurentiis su Giuntoli alle dichiarazioni mai banali di Pasquale Bruno: tutte le notizie del giorno sulla Juve.

Per la Juventus questo è stato un giorno di dichiarazioni. A far discutere sono state le dichiarazioni del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: “Giuntoli? Non me l’aspettavo proprio, mi ha colto proprio di sorpresa, se me ne fossi accorto prima me ne sarei liberato prima. Osimhen? Se lo vedremo con la maglia con lo scudetto? Assolutamente sì, ve l’ho già detto, poi se dovesse arrivare un’offerta più che indecente allora ce ne faremo una ragione. E come abbiamo scovato Kvaratskhelia, Osimhen e altri, ne scoveremo altri ancora”.

Anche l’ex bianconero Pasquale Bruno ha fatto un excursus della sua carriera: “Baggio? È stato il più grande giocatore italiano di tutti i tempi però mi pativa, mi insultava. E più lui parlava, più io lo menavo. Ma che gol mi fece in un derby! Con una finta mi mandò a rotolare in curva Maratona. Fenomeno. Le otto giornata di squalifica? Il bianconero Casiraghi, fortissimo, l’avversario più cattivo che io abbia mai affrontato, simulò di avere subìto un fallo da parte mia. Ed eravamo già ammoniti tutti e due dopo neanche un quarto d’ora. L’arbitro Ceccarini, guarda caso quello di Iuliano e Ronaldo, estrasse un altro giallo e mi cacciò.

Mi prese una crisi isterica, stavo vivendo una clamorosa ingiustizia, i compagni provarono a tenermi, Lentini mi stringeva, mi faceva male e io mi infuriavo ancora di più. Otto turni di stop. Il martedì, Moggi venne negli spogliatoi e annunciò: “Pasquale, sono quaranta milioni di multa”, ovviamente in lire. Risposi: “Direttore, se devo pagare quaranta milioni, smetto di giocare”. E Moggi: “Allora puoi pure smettere”. Me li tolsero dallo stipendio. Rispetto ai marcatori di oggi, Pasquale Bruno era un fuoriclasse. Tra i miei colleghi attuali, neppure uno sarebbe titolare in quel Milan, in quella Juve, in quel Torino. Oggi Gullit segnerebbe 150 goal. Il più forte? Beh, Maradona. Lo menavi e non cadeva mai, con quel baricentro basso che aveva. Se facevi spalla a spalla con lui, che era tostissimo, finivi a terra tu. Non lo abbatteva nemmeno Vierchowod, cioè il più forte marcatore di quell’epoca”.