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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il classe 2001 ha rivelato: “Credo di essere migliorato sotto tutti i punti di vista, ma c’è ancora tanto da imparare. Ad esempio, vorrei essere più incisivo in attacco. È una cosa su cui sto lavorando e che sto cercando di migliorare, anche a Genova, perché mi manca essere più incisivo davanti, con gol e assist. Ci devo lavorare. La precisione sotto porta ancora non ce l’ho, magari mi aiuterà Shevchenko (Ride ndr.)”.
Sulla sua carriera, Rovella ha rivelato: “Prima di tutto mio nonno è nato a Genova, quindi è un po’ una cosa di famiglia. Quando avevo 13 anni mi ha chiamato il Genoa. Io non ci credevo, giocavo nell’Alcione, una società dilettantistica, mi sono detto: ‘figurati se mi chiama un club così importante’. Invece sono andato lì e mi sono innamorato del centro sportivo e della società. Mi hanno subito accolto bene. È stata una scelta di cuore. Juve? Devo essere sincero, non ci penso. Quando uno viene chiamato da un club importante come la Juventus sicuramente è un onore. Io però penso solo al Genoa e a fare bene con il Genoa”.