Juve, caso plusvalenze: la procura e "la ricerca della carta che non c'è"

Juve, caso plusvalenze: la procura e “la ricerca della carta che non c’è”

Cristiano Ronaldo
Il caos plusvalenze che ha colpito la Juve non sembra voler a finire. In molti sono già stati interrogati... il prossimo potrebbe essere CR7

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Il vortice che ha colpito la dirigenza della Juventus nell’ultima settimana sembra non terminare mai. Plusvalenze, falso a bilancio, imbrogli di vario genere: la procura indaga su questo e molto altro. L’accusa mossa ai bianconeri è quella di aver volutamente gonfiato i prezzi di alcuni giocatori così da poter sistemare i problemi di bilancio ed evitare così il fair play finanziario. L’inchiesta è aperta e la procura è convinta di avere in mano diverse prove a proprio favore. C’è però ancora qualcosa che sfugge.

In un’intercettazione, il presidente del mercato bianconero Cherubini avrebbe detto all’avvocato Gabasio: La famosa carta che non deve esistere teoricamente. Di cosa si parla? L’argomento della conversazione in questione era in merito a Cristiano Ronaldo, e questa carta potrebbe riferirsi a tutto. In estate CR7 ha lasciato la Juventus: che sia un’incentivo in denaro per favorire il suo addio? Un pagamento arretrato del contratto? Bonus extra? Nessuno lo sa. Cherubini è già stato interrogato dalla procura, senza però riuscire a dare risposte a riguardo. Il problema è che questa carta non si trova da nessuna parte. Se la situazione non dovesse sbloccarsi (la procura sta ancora finendo di controllare le carte sequestrate alla Juventus), potrebbe essere interrogato lo stesso Cristiano Ronaldo.

Nel frattempo le indagini continuano. Ieri pomeriggio sono stati interrogati Marco Re e Stefano Bertola, ex menager bianconeri tra i sei indagati dalla procura. I due ieri si sono rifiutati di rispondere alle domande. Sull’argomento il loro avvocato Luigi Cappero ha detto: “Le questioni in discussione sono essenzialmente di carattere tecnico e necessitano di una riflessione. Nel 2015 la normativa è cambiata. La valutazione, in sé, non è reato. C’è grande discrezionalità. Se ci sono risposte da dare, dobbiamo prima conoscere il contenuto delle contestazioni. Al momento non lo conosciamo“. Una situazione che si fa sempre più torbida: come andrà a finire?

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