Intervistata da Il Mattino, il presidente della FIGC Gravina ha parlato del calcio italiano: “La cura passa per il riequilibrio del rapporto tra fatturato e costo del lavoro allargato, non è possibile pensare di spendere più di quanto si incassa. Senza mettere sotto controllo i costi, anche l’auspicabile aumento dei ricavi diventa sterile e non risolutivo”.
Diminuire le squadre di Serie A è un’opzione? “L’aritmetica dei format non mi ha mai appassionato. I calendari sempre più intasati e una migliore valorizzazione del brand impongono però una riflessione approfondita, che non si può più rinviare. Sto promuovendo una riforma del calcio italiano nel suo complesso: bisogna cambiare cultura, comprese le regole condivise dello stare insieme, partendo dai rapporti tra le Leghe, inserendo finalmente la logica della filiera, e finendo con una diversa gestione economico-finanziaria dei club. Dobbiamo mettere in sicurezza il nostro calcio per renderlo più attrattivo”.
Sulle plusvalenze della Juve ha aggiunto: “Purtroppo ci troviamo ciclicamente ad affrontare momenti di fibrillazione all’interno del sistema che danneggiano l’immagine del nostro calcio. La giustizia sportiva sta facendo il suo corso, non spetta a me entrare nel merito del procedimento. L’obiettivo della FIGC è l’aver creato un sistema di regole che consenta di arrivare a un giudizio certo in tempi rapidi, sempre tutelando il diritto alla difesa”.
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