Nicolò Zaniolo potrebbe essere un nome caldo di questa sessione di calciomercato ormai alle porte. Il giocatore, considerato uno dei talenti italiani più limpidi, è stato ceduto al Galatasaray dalla Roma nell’ultima sessione invernale. Non è da escludere però che questi possa già cambiare aria dopo pochi mesi, alla ricerca di un club di più alto profilo, come ad esempio Juventus e Milan. Su calciomercato.com, Giancarlo Padovan ha analizzato il caso Zaniolo, rispondendo ai dubbi sul valore di un investimento di questo tipo. Ecco cosa ha detto: “Se fossi il dirigente di un club italiano non avrei dubbi nel puntare su Nicolò Zaniolo“.
Il giornalista ha spiegato il suo punto di vista su Zaniolo, possibile obiettivo della Juventus: “In primis, perché è ormai rientrato a pieno titolo nell’orbita della Nazionale di Mancini (che lo ha scoperto) e, per me, non ne uscirà più. In secundis, perché la cessione al Galatasaray gli ha fatto bene. Ha vinto il campionato turco, ha giocato con campioni (Icardi, tra gli altri), si è fatto apprezzare anche per la perseveranza. Certo, continuo a ignorare quale sia il suo ruolo vero. Ma è giusto ricordare che sa fare l’esterno destro, l’esterno sinistro e il finto centravanti.
Successivamente, Padovan ha parlato anche delle eventuali criticità sul giocatore, che però non dovrebbero ostacolare un potenziale investimento. Ecco cosa ha detto: “In attesa che maturi anche di testa, Zaniolo è imponente di fisico. In un calcio come quello attuale, avere la sua stazza è già una garanzia di presenza scenica in campo. Il punto è trovare un allenatore che creda in Zaniolo, gli assicuri un impiego da titolare, lo renda compatibile alle sue esigenze. Chi potrebbe essere questo allenatore ancora non lo so. Italiano sicuramente, anche se ignoro quanto Nicolò sia tatticamente evoluto. Per ora resta un talento brado di quelli che si esaltano nello spazio ampio. Ma per il vero salto di qualità, avrebbe bisogno di un club dove i principi educativi (il rispetto individuale e del gruppo) siano preminenti. Ci vorrebbe, insomma, una scommessa di quelle pesanti. Oltre che la cieca fiducia in un ragazzo chiamato a diventare grande presto. Finito però per essere un adolescente di ventiquattro anni. Troppi per non passare l’ultimo confine”.
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