Juve, Miretti: "Next Gen molto utile. Ma servono i sacrifici"

Juve, Miretti: “Next Gen molto utile. Ma servono i sacrifici”

Fabio Miretti
Fabio Miretti si è rivolto ai giovani del settore giovanile della Juventus al quale ha raccontato il suo percorso tra le fila della Next Gen

In occasione dell’affissione della maglia nella Wall of Dream a Vinovo, Fabio Miretti si è rivolto ai giovani del settore giovanile della Juventus. Ai ragazzi all’inizio del loro percorso nel mondo del calcio e con i colori bianconeri, il centrocampista ha raccontato la sua esperienza e il valore della Next Gen. Ecco le sue parole: “Mi ricordo quando anche io venivo la sera ad allenarmi qui e mi vengono in mente un sacco di bei ricordi che ho condiviso con allenatori, compagni e membri dello staff. Tornare qui è una bella emozione e vedere qui vicino a me persone che mi hanno cresciuto è una bellissima sensazione. Il ritmo, la velocità delle giocate necessarie e la qualità degli avversari sono le più grandi differenze. Poi gli scontri, la fisicità, ci sono molte cose. Tutto diventa più difficile. La Next Gen servirà tanto per prepararvi a questo percorso. Quando si arriva tra i grandi serve personalità e non bisogna avere paura di sbagliare per mettere in campo le qualità costruite negli anni del settore giovanile. Sicuramente felicità e tanto orgoglio, perché come quelli che sono qui sanno, arrivare a giocare in prima squadra è un sogno che si realizza. Sentire dire il mio nome urlato in coro dai tifosi è un’emozione enorme. Prima io ero dall’altra parte a gridare il nome dei giocatori, quando ho sentito urlare il mio mi sono venuti i brividi”.

Next Gen, il sacrificio per realizzare un sogno

Il giocatore della Juventus ha spiegato ai ragazzi l’atteggiamento ideale per coltivare il sogno di chi come lui è riuscito ad arrivare a esordire in prima squadra: “Crescendo le emozioni cambiano, ma una cosa non cambia: la voglia di giocare a calcio, farlo bene e vincere le partite. Questa voglia di vincere la avevo da bambino e me la sono portato dietro. Quando ero un ragazzino giocavo per divertimento, poi, crescendo, quello che all’inizio era un sogno è diventato un obiettivo, quindi ho lavorato duro per raggiungerlo. Sacrifici? Sono tanti e sono tutti quelli che fate anche voi. Andare ad allenamento dopo la scuola, tornare la sera tardi, magari andare via di casa a 15 anni e stare lontani dalla propria famiglia. Questi sacrifici ve li porterete dietro e saranno motivo di orgoglio per voi. Le difficoltà fanno parte del percorso, la differenza la fa il modo di affrontare le difficoltà e la voglia di trovare sempre una soluzione”.

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