Come si può giudicare, a poche settimane dalla fine, la stagione dei bianconeri? E’ questo il quesito che ci si pone nell’ambiente juventino. Che a rispondere sia un addetto ai lavori o un tifoso, la risposta non è così semplice. La Juventus è un club abituato a vincere e non a caso uno dei suoi motti è: “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. La famosissima frase espressa da Giampiero Boniperti, leggenda bianconera, risuona come un mantra quando va considerata un annata della Vecchia Signora. A rispondere a questa domanda ci ha provato l’ex giocatore della Juventus e opinionista televisivo Domenico Marocchino, intervenuto su Radio Bianconera.
Stagione positiva per la Juventus
E’ possibile considerate positiva la stagione della Juventus indipendentemente da come terminerà la stagione? Si, secondo l’ex giocatore bianconero. Ecco cosa ha detto: “Per me arrivare nelle prime quattro di una competizione europea vuol dire che già hai fatto un buon lavoro. Poi se consideriamo i tanti giovani che sono stati promossi non la considererei un’annata deficitaria. Di sicuro si doveva fare di meglio in Champions superando il girone”. Dalle parole di Marocchino, si potrebbe desumere che l’attuale annata bianconera, presenta risultati onorevoli e una costruzione di basi importanti per il futuro.
Il futuro della Juventus: tra tournée e prestiti
E proprio dell’immediato futuro della Juventus ha parlato lo stesso Marocchino. In particolare, l’ex giocatore bianconero si è soffermato sulla prossima tournée estiva: “Decide chi ha le chiavi della cassa. Su queste questione non decide l’allenatore né il direttore sportivo. Anche perché è noto che prepararsi in montagna in Italia non ti porta alcun introito dal punto di vista economico. I problemi di queste tournée sono noti. A mio modo di vedere, una preparazione fatta in un determinato modo ti gonfierebbe meno il portafogli ma farebbe meglio alla condizione fisica dei giocatori”. Inoltre, ha commentato anche il futuro dei giocatori di ritorno dai prestiti: “Dipende sempre da come si integrano nel contesto globale. Non mi pare abbiano fatto sfracelli dove sono stati. Però elementi come Zakaria e McKennie, ad esempio, non mi dispiacciono perché sono giocatori che si inseriscono e corrono senza palla”.