Intervistato ai microfoni di DAZN nel post gara della vittoria in Serie A contro il Lecce, ha parlato l’allenatore della Juventus, Igor Tudor. Di seguito le sue risposte alle domande poste dallo studio.
Quanto questo pass and go è passato nella testa della sua squadra?
“Si sono viste delle cose belle. Un ottimo primo tempo e una buona ripresa con gli ultimi dieci minuti troppo nervosi dopo qualche passaggio sbagliato. Vanno fatti i complimenti ai ragazzi perché hanno fatto una bella gara e due gol belli. Potevano farne altri due-tre e se la partita fosse stata 3 o 4 a zero già nel primo tempo nessuno poteva dire niente”.
Un commento sul secondo gol?
“E’ bellissimo perché nell’andare avanti c’è questa connessione con il terzo uomo che rifinisce. Questi giocatori hanno qualità e si sono trovati. Non era facile: se non sei forte non ti viene bene. Sono veramente felice per loro”.
Nell’elenco delle sue priorità sugli aspetti sul quale crescere, quale posizione ha quello dei gol subiti da palla inattiva di testa?
“E’ un argomento importante perché sappiamo di avere un po’ di problemini anche per la struttura e anche per un po’ di inesperienza. Ci possono stare queste cose qua, ma poi bisogna alzare la tensione e prepararsi meglio perché ormai le partite si decidono anche da queste cose qui. E’ una scuola, però bisogna crescere in fretta: questo è quello che ho detto ai ragazzi”.
Vede Vlahovic sempre più inserito nel contesto della squadra?
“Ha fatto una bella gara e gli è mancato solo il gol. Si è mosso più del solito. Era dentro e connesso in appoggio. Ha anche attaccato gli spazi più della prima partita. Mi dispiace che non ha segnato perché lo avrebbe meritato. Però, andiamo avanti così”.
Come sta Koopmeiners?
“Aveva un problema al tendine. Sono felice per il gol. L’ho visto con più gamba e mi è piaciuto. Sono contento perché questo gol gli da più fiducia”.
Cos’ha di più la Juve rispetto alle altre nella corsa Champions?
“Non lo so. Non mi piace fare paragoni con gli altri. Come dico sempre, bisogna concentrarsi su se stessi. Guardare cosa fanno gli altri e i risultati sposta il focus. Invece, deve essere sempre una sfida individuale contro se stessi e di crescita per la squadra. Altri calcoli sono praticamente inutili per un giocatore o per la squadra”.