Moise Kean, calciatore della Juventus, nel corso degli anni in bianconero, è stato sempre un eterno incompiuto. Arrivato sulle prime pagine dei giornali da giovanissimo, sembrava essere uno dei talenti più promettenti sul palcoscenico internazionale, soprattutto nel periodo febbraio-aprile del 2019, quando il classe 2000 siglò in ripetizione diversi gol decisivi per la Vecchia Signora. Poi l’addio, anche un po’ inaspettato, per fare cassa e plusvalenze.
La cessione fu controversa, come anche il ritorno, in fretta furia dopo la fuga di CR7; da lì 2 stagioni uguali, 6 gol nella prima e 8 nella seconda, sempre da riserva, e senza mai lasciare il segno con costanza. In questa stagione, però, sembra esser cambiato qualcosa, con Kean che è cresciuto in alcune caratteristiche tecniche e mentali, come dimostrato anche dal ritorno dopo tre anni in Nazionale. Ecco, forse la chiamata di Spalletti ha dato quella spinta in più all’ex PSG, che dopo la doppia sfida con Malta e Inghilterra è sembrato ancora più maturato, quel salto definitivo che mancava. La partita con l’Hellas Verona è poi stata testimonianza diretta del suo exploit, con i due gol annullati, ma una prestazione totale per il classe 2000.
Adesso c’è da capire il suo ruolo nella nuova Juventus, perché Vlahovic è in difficoltà, mentre Chiesa difficilmente sarà relegato spesso in panchina, considerando anche che i bianconeri non giocano le coppe, motivo per cui gli impegni sono molti di meno e gestibili. Detto ciò, Allegri, in conferenza, ha parlato ancora una volta della punta di Madama, non lesinando complimenti a Kean, altro indice della considerazione che adesso si ha di lui: “Kean è in un buon momento, è cresciuto tecnicamente, fisicamente e a livello mentale. I giocatori che ho davanti stanno tutti bene, sanno che sono tutti impegnati. Se davanti facciamo le cose buone ne trae beneficio la squadra. Deciderò dopo l’allenamento”. Resta solo da capire se sarà un fuoco di paglia o la definitiva maturazione per un diamante ancora da sgrezzare.